“Agire affinché i lavori siano ripresi e portati a termine”, anche in considerazione dell’imminente apertura del Giubileo 2025, che “vedrà accrescere ulteriormente i flussi di pellegrini”.
Lo chiede, in una nota inviata al Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche, padre Antonio Gentili, rettore del Santuario del Volto Santo di Manoppello, soffermandosi sull'”impossibilità di percepire la facciata della Basilica, per cui si ha piuttosto l’impressione di entrare in un cantiere e non in un santuario di rilievo internazionale”.
“Nello scorso mese di giugno, l’impresa sospendeva i lavori – ricorda il rettore nella lettera, inviata per conoscenza anche al Prefetto di Pescara e al sindaco di Manoppello – Si segnala tale circostanza dopo aver inutilmente atteso la ripresa dei lavori, la cui conclusione era prevista per il 28 maggio 2024.
La situazione di disagio, che si protrae da anni, è venuta ulteriormente ad aggravarsi per effetto dell’estensione di ponteggi e impalcature che impediscono l’accesso all’attigua sala San Damiano, utilizzata per riunioni, convegni e anche per la celebrazione di messe da parte di sacerdoti che accompagnano gruppi dall’Italia e dall’estero”.
Nel ricordare che “nei mesi scorsi un documentario diffuso sulla piattaforma Netflix è stato visibile in 180 paesi del mondo”, il rettore sottolinea che “con la ripresa dei pellegrinaggi, si assiste talvolta, come documentabile, alla concentrazione di rilevanti flussi di pellegrini, in entrata o in uscita, a ridosso di transenne e impalcature, divenute anche rifugio di animali, soprattutto gatti. In diversi casi, nei confronti di pellegrini stranieri che ritornano periodicamente a Manoppello – aggiunge – è capitato di registrare lamentele e non riuscire a dare spiegazioni circa il protrarsi dei lavori. Cosi il Santuario è apparso, da ultimo, alla delegazione di San Francisco, giunta a Manoppello il 13 settembre per assistere alla benedizione di un reliquario recante l’immagine del Volto Santo destinato alla cattedrale della metropoli californiana”, conclude padre Antonio Gentili, chiedendo un’azione urgente.