“Giù le mani da spiagge libere e riserve costiere, basta aggressione a biodiversità, Ci batteremo in ogni sede affinché non si usino queste aree per il rilascio di nuove concessioni. Anzi, le gare devono essere l’occasione per rinaturalizzare alcuni tratti di litorale oggi occupati dalle strutture balneari facendo ricolonizzare questi siti da piante e animali. Le dune difendono molto meglio il litorale dall’erosione e costituiscono un sicuro richiamo per un turismo più rispettoso dei valori ambientali”.
La Stazione Ornitologica Abruzzese e la Lipu bocciano senza appello la proposta avanzata da alcune associazioni dei balneari volta ad evitare le gare sacrificando le spiagge libere e addirittura le aree protette costiere come il Borsacchio, Cerrano e marina di Vasto.
Dichiara Massimo Pellegrini, naturalista e presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese “La biodiversità costiera ha già subito pesantissimi danni dall’occupazione quasi ininterrotta del litorale per costruirci stabilimenti di ogni grandezza, sorti spianando dune con habitat e piante ormai rarissimi. Ci sono specie un tempo ampiamente diffuse, come il Vilucchio delle Spiagge o la Camomilla delle spiagge, ormai presenti in pochissime località, spesso con radi individui. Tra gli uccelli il Fratino non nidifica più in diversi comuni proprio per la totale alterazione e antropizzazione delle spiagge mentre dovremmo favorire i tentativi in atto di ricolonizzazione della tartaruga marina”.
Secondo l’Istituto per la protezione e ricerca ambientale – Ispra – la biodiversità delle spiagge è quella che ha maggiormente sofferto in Italia per la destinazione del litorale a forme di turismo del tutto insostenibili che hanno comportato la trasformazione delle spiagge in veri e propri deserti biologici.
Conclude Stefano Allavena, coordinatore abruzzese della Lipu: “Le poche spiagge libere rimaste sono spesso l’unico luogo dove alcune specie sopravvivono in interi comuni, mentre le aree protette costiere come Cerrano, il Borsacchio e Marina di Vasto oppure, a mero titolo di esempio, zone come i biotopi di San Salvo e Martinsicuro e il sito di interesse comunitario proposto per il tratto del Foro a Ortona, sono gli ultimi tratti che presentano un minimo di naturalità in un paesaggio altrimenti cementificato.