Le Guide del Borsacchio apprendono dagli organi di informazione della nota rilasciata dal Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, riguardante una doppia delibera di giunta per recepire le indicazioni del Ministero che avevano portato la regione a “congelare” il taglio della riserva per evitare il ricorso alla Corte Costituzionale. Tali indicazioni erano state sollevate da tutte le associazioni ambientaliste e supportate da una petizione sottoscritta da 30.000 cittadini. Le 300 associazioni avevano criticato come la proposta di riperimetrazione della riserva Borsacchio avesse ignorato in maniera troppo leggera e contro le leggi quadro nazionali le convocazioni e le audizioni degli enti territoriali, come il Comune e la Provincia.
Dalla stampa apprendiamo che è stata avviata una commissione paesaggistica con l’intenzione di mantenere la riserva su un’area di 24 ettari, imponendo dei vincoli paesaggistici sul tratto collinare della riserva. Tuttavia, il punto cruciale resta quello scientifico: un vincolo paesaggistico è, come suggerisce il termine stesso, un vincolo che tutela il paesaggio, non l’ambiente e la natura. Non sono state prese in considerazione le reti naturali presenti sul mare e sulle colline, riconosciute e in via di riconoscimento nella rete Natura 2000 dell’Unione Europea.
Risulta incomprensibile come si possano vincolare tematiche ambientali con strumenti paesaggistici, poiché si tratta di due piani totalmente diversi. Questo è stato chiaramente spiegato anche durante il Consiglio Comunale straordinario dal tecnico incaricato dal centrodestra per redigere il Piano di Assetto Naturalistico (PAN), il quale ha sottolineato come i vincoli ambientali e paesaggistici siano distinti e nessuno dei due possa sostituire l’altro.
Se la Regione Abruzzo non ha nessun interesse speculativo edilizio e vogliamo dare credito alle parole del Presidente Marsilio, allora ci chiediamo perché non approvare il PAN, che permetterebbe anche significative implementazioni nella gestione della riserva e strutture in misura maggiore agli strumenti vigenti. Siamo pronti a un confronto e richiederemo, insieme alle altre associazioni, di essere portatori d’interesse di chi non vota ma esiste su questa terra: la natura.
Molte falsità sono state dette, ma pesano i fatti. Nelle osservazioni al PAN, vagliato e concluso tecnicamente da Comune e Regione due giorni prima del taglio, sono state portate numerose richieste di strutture turistiche, SPA, alberghi, impianti fotovoltaici a terra, parcheggi sulla pianura e molte altre volumetrie. Se davvero è volontà della Regione sbloccare la Riserva, il metodo è approvare in Regione il PAN. Sono stati investiti molti fondi, tecnici e tantissimo lavoro degli enti e uffici di Regione e Comune. I quasi vent’anni di stallo sono nati proprio perché era assente il PAN e senza di esso vigono norme transitorie stringenti per chi ci vive, ma anche per noi che tuteliamo l’ambiente. Delle decine di progetti proposti, quasi nessuno si è potuto attivare e stiamo, per esempio, perdendo la conservazione del fratino sulla parte costiera in assenza di regole e una gestione.
Il vincolo paesaggistico, così come detto dallo stesso tecnico nominato dal centrodestra per la redazione del PAN, non è un vincolo ambientale. Sono due cose diverse. Togliere un vincolo ambientale è una scelta da valutare con importanti e lunghissimi studi scientifici. È un lavoro lunghissimo che bloccherebbe ancora tutti. Quindi perché non approvare il PAN, sbloccare natura e chi vive il territorio, e poi rivedersi per vedere se sono necessarie modifiche o altre soluzioni.
Siamo comunque disponibili a partecipare e dare il nostro contributo. Una riserva è armonia fra uomo e natura, tra agricoltori, cittadini, turisti e le specie di flora e fauna. Noi di certo non siamo ricercatori e non possiamo pretendere altro di quel che può legittimamente un’associazione ambientalista. Ma così come noi non abbiamo titolo a rappresentare tutti e tutte le istanze, così anche altri non sono titolati a rappresentare tutto e non hanno ovviamente titolo, come noi, a dare pareri scientifici. Ricordiamo il team di ricercatori dell’Aquila che ha mandato una nota importante sul valore ambientale e di come ogni azione deve essere fatta utilizzando parametri scientifici, non opinioni.
Concordiamo con questa tesi. Siamo aperti a un confronto per trovare una soluzione condivisa. Una cosa è certa in questa faccenda: la nostra associazione non si tirerà indietro e siamo pronti a chiamare alla mobilitazione.
Su di noi sono state diffuse da pagine social false notizie spendendo decine di migliaia di euro di sponsorizzazioni, inneggiando a nostri guadagni, anche milionari. Ci viene da sorridere, e a molti che spendono centinaia di ore di volontariato spendendo in attrezzature senza nessun rimborso pubblico causa rabbia. Annunciamo che, dopo il WWF, se verranno diffuse altre notizie diffamatorie, anche noi provvederemo a querele e annunciamo che doneremo i ricavati a progetti di assistenza a persone svantaggiate e altre associazioni di volontariato del territorio senza trattenere nulla dei risarcimenti. Non operiamo per denaro, altrimenti non saremmo attivi da quasi vent’anni in una riserva su carta senza finanziamenti. Operiamo per il territorio e per salvare un minimo di naturalità in attesa di una vera gestione e fondi adeguati per professionisti.
Siamo aperti al dialogo, a dimostrare che si può vivere in armonia fra uomo e natura. Siamo qui per dire che, se davvero non ci sono interessi speculatori, siamo pronti al confronto sincero e aperto. Chiediamo di essere sentiti in Regione, insieme a rappresentanti delle altre associazioni aderenti all’appello. Portiamo l’interesse di una comunità di 30.000 persone e della natura.
Comunicato stampa