“L’ultimo appello da noi fatto all’esecutivo tramite un’apposita interrogazione sul tema è di un mese e mezzo fa, chiedevamo che la Regione uscisse dall’inerzia ed erogasse gli importi per le 2.000 borse di studio relative all’anno 2021/22, ma soprattutto desse risposta ai 363 ragazzi ancora in attesa di quelle per il 2020/21. Un ritardo non solo inqualificabile per un’istituzione che dovrebbe promuovere sostegni e diritto allo studio, ma imbarazzante per un Ente che fa confusione e non riesce a inserire correttamente le cifre in bilancio, dovendo successivamente procedere a nuova variazione, perdendo ulteriore tempo prezioso”, durissimi il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci, che stamane hanno raccolto il testimone della protesta dei ragazzi, radunati a L’Aquila davanti all’Emiciclo.
“Evidente che alla Regione poco importa di erogare le borse di studio agli universitari, dando seguito agli impegni sottoscritti ad aprile 2021 – incalzano i consiglieri del gruppo Pd l’ex assessore al Bilancio – Tre mesi fa nell’interrogazione a risposta orale chiedevamo all’esecutivo di non protrarre oltre il 31 dicembre 2021 i pagamenti perché si tratta di spese fino a oggi a pieno carico di studenti e famiglie: nulla di fatto, per Teramo e Chieti-Pescara c’è anche la mancata monetizzazione del servizio mensa non fruito durante il lockdown. Per questo chiediamo di nuovo di azzerare i tempi di attesa ed eseguire correttamente i passaggi per arrivare al più presto all’erogazione.
L’assessore regionale Quaresimale risponde alla nostra interrogazione ammettendo l’errore dell’Ente, come riferisce anche l’ufficio preposto che motiva il rallentamento dell’iter amministrativo con il mancato e corretto recepimento delle somme necessarie all’erogazione e allo scorrimento delle graduatorie. Nonostante pure la variazione di bilancio sulle “Nuove assegnazioni FSC 2014-2020”, sono ancora tutti in attesa delle spettanze: la Giunta Lenta si adoperì affinché, come chiedono i nostri ragazzi, l’Abruzzo torni a “coltivare davvero la propria vocazione universitaria”.