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Borse di studio, Pd: “In 3.387 senza contributi”

Paolucci, Blasioli, Gileno e Mouatamid: "Governo regionale penalizza i diritti degli studenti lasciando senza sostegni la metà dei richiedenti idonei"

COMUNICATO STAMPA

 

“Pubblicate le tanto attese graduatorie per le borse di studio, ma l’esito è una beffa perché lascia senza fondi gran parte degli studenti. Dai delle ADSU di Teramo, L’Aquila, Chieti e Pescara su un totale di 6.819 idonei risultano infatti ben 3.387 gli studenti idonei ma non beneficiari (202 a Teramo, 1.875 su Chieti-Pescara, 1.310 a L’Aquila). Dunque la metà degli studenti bisognosi e meritevoli non riceveranno i fondi della borsa di studio, nel silenzio assordante delle Aziende per il Diritto allo Studio e nella più totale mancanza di interesse della Giunta Marsilio”, denunciano i consiglieri regionali Pd Silvio Paolucci e Antonio Blasioli, con il segretario regionale dei Giovani democratici Saverio Gileno e Monaim Mouatamid, responsabile università.

“La battaglia del Partito Democratico per il diritto allo studio, a sostegno delle giuste istanze dei nostri Giovani Democratici e delle associazioni studentesche, è stata dura durante il Consiglio regionale di giovedì sul Bilancio – affermano il capogruppo Pd Silvio Paolucci e il consigliere Antonio Blasioli – . L’esito ha confermato lo scarso interesse manifestato nel quinquennio dal governo di centrodestra, che destinerà solamente 5 milioni di euro alle borse di studio, lasciando almeno altri 10 milioni scoperti. Intanto i 4,8 milioni trovati e confermati al Napoli Calcio suonano ancora come un sonoro schiaffo, stavolta in faccia alle studentesse e agli studenti, privati del diritto di ricevere per tempo le proprie borse di studio. Parliamo di fondi che dovevano essere aumentati subito, come abbiamo più volte chiesto, non gravando successivamente sui fondi comunitari che hanno altri obiettivi di investimento, come vorrebbe invece fare l’assessore competente. Un altro fallimento, ai danni di giovani che, secondo il programma del 2019, erano in testa alle preoccupazioni di Marsilio, una bugia bella e buona, come dimostrano cinque anni di latitanza su ogni tipo di tematica relativa”.

“Continua la mancanza di risposte da parte delle ADSU della regione, come continuano i ritardi nell’erogazione del 20% delle borse di studio 23/24 per le matricole, delle borse per gli studenti dell’Accademia delle belle arti e del conservatorio per l’anno 22/23, della monetizzazione del servizio mensa, dei rimborsi della tassa regionale e dei premi di laurea – così il segretario dei GD Abruzzo Saverio Gileno e Monaim Mouatamid, responsabile università – . Con Marsilio le risorse considerevoli non vanno agli abruzzesi, tant’è che all’agricoltura i fondi sono stati riconosciuti solo grazie a un emendamento del centrosinistra, perché l’esecutivo non aveva previsto un euro a ristoro dei danni, ma sovvenzionano progetti diversi, trascurando di dare attenzione e investimenti alle giovani generazioni, che costituiscono il vero capitale della nostra regione. Questa distorsione delle priorità svela un’agenda politica che penalizza fortemente sia la formazione e sia l’istruzione, minando il tessuto stesso del progresso sociale. Nel frattempo chi dovrebbe garantire questo diritto agli studenti si dimette con la garanzia di una nomina al Consiglio regionale futuro. Condanniamo fermamente questa gravissima indifferenza nei confronti degli studenti abruzzesi e sosteniamo le proteste dei sindacati e delle associazioni studentesche UDU, 360Gradi e PAS, con le quali da mesi abbiamo attivato un tavolo di confronto presieduto dal nostro candidato presidente Luciano D’Amico. Come Giovani Democratici riteniamo che sia urgente procedere a riforme immediate e trasparenti ed esprimiamo la nostra solidarietà agli studenti abruzzesi che, nonostante le sfide, continuano a formarsi qui e a farlo col massimo impegno. Il loro diritto allo studio non può essere negato e ci uniamo alla loro lotta per un sistema educativo equo e inclusivo, a cui abbiamo contribuito anche proponendo una legge regionale sulla parità educativa che però il centrodestra ha deciso di lasciare nel cassetto”.

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