“Il consigliere Antonio Blasioli ha commesso una grave scorrettezza istituzionale: il presidente di una Commissione d’inchiesta deve essere super partes nell’esercizio del suo ruolo mentre con il comportamento da lui assunto ha palesemente violato i diritti di tutti i Commissari, non solo di maggioranza”.
La nota congiunta dei capigruppo in Consiglio regionale di FdI, Lega, FI e Azione Politica, Guerino Testa, Vincenzo D’Incecco, Mauro Febbo e Roberto Santangelo.
“Il documento presentato, a seguito della chiusura dei lavori sul caso del sito inquinato di Bussi – come è noto- deve essere ancora esaminato da tutti i Commissari e prima che approdi in Consiglio regionale per la relazione finale e il dibattito, doveva restare riservato agli addetti ai lavori anziché essere divulgato all’esterno, con tanto di conferenza stampa. Un malcostume, quello degli esponenti del Pd, che non si smentisce neanche di fronte ad una vicenda così delicata e complessa le cui criticità avrebbero dovuto imporre a Blasioli maggior cautela nelle sue manifestazioni. Non ricordiamo alcuna conferenza in pompa magna quando il Governo Conte annullò l’affidamento definitivo della gara di bonifica. Eravamo ad un passo dalla realizzazione della bonifica delle discariche 2A e 2B, un’area tra le più inquinate della nostra regione, ma il ministro Costa ci disse che la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente dovevano aspettare. E in Abruzzo il Pd restò in vergognoso silenzio”, spiegano.
“Se oggi Blasioli&company pensano di addebitare anche una minima responsabilità alla Regione Abruzzo, a guida centrodestra, si sbagliano di grosso. C’è solo una ragione per la quale il presidente emerito, Blasioli, abbia dovuto necessariamente svestirsi dei panni dell’imparzialità: per mettere una pezza alla tentata coalizione Pd&5Stelle, nata di fortuna – per contrastare l’avanzata di un centrodestra, unito e collaudato – ma naufragata prima ancora di cristallizzarsi. Un atteggiamento disonorevole, quello del Consigliere Pd, che di fatto ha tolto dignità e autorevolezza all’incarico istituzionale che ha ricoperto”, concludono.