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Calcio dilettantistico: il 30% delle società rischia di sparire

Il Covid-19 mette in ginocchio il calcio dei dilettanti: la LND chiede aiuto al Governo

Un gigante che si sgretola giorno dopo giorno. Oltre 12 mila società, 66 mila squadre e più di due milioni di persone tra calciatori e tesserati. I numeri del calcio dilettantistico e giovanile italiano descrivono la portata del movimento messo in ginocchio dall’emergenza coronavirus. Secondo un dossier realizzato dalla Lega Nazionale Dilettanti, e riportato da ‘Repubblica’, il 30% delle società dilettantistiche rischia di sparire a causa dello stop imposto dal virus. Un colpo mortifero anche sotto il punto di vista sociale: circa 200 mila ragazzi tra i 5 e i 16 anni rischierebbero di non proseguire l’attività sportiva.

Come spiegato da ‘Repubblica’, a fine emergenza molti imprenditori locali si ritroveranno di fronte a una scelta: prediligere la propria azienda o la squadra di calcio di cui si è proprietari. Motivo per il quale molti club (non solo tra i dilettanti) potrebbero chiudere i battenti o rischiare di rimanere a corto di risorse.

Un contraccolpo pesante anche per il tessuto economico. Stando al bilancio integrato della FIGC del 2018, è di 4,7 miliardi il fatturato prodotto dal mondo del pallone italiano che rappresenta addirittura il 12% del pil del calcio mondiale. Gran parte degli introiti è generato dal movimento dei dilettanti.

Nelle ultime settimane la Lega Nazionale Dilettanti ha richiesto un contributo al Governo per arginare una crisi che rischia di farsi drammatica. Il presidente Cosimo Sibilia ha parlato di mancanza di condizioni necessarie a rispettare i protocolli di ripresa dei tornei. “Il nostro orientamento – ha aggiunto – rimane sempre quello di confrontarci nell’ambito del sistema federale per attuare tutte le necessarie misure per il bene del calcio italiano, nella sua interezza, e a sostegno del movimento dilettantistico”.

Si va dunque verso la sospensione definitiva della stagione sulla falsariga di quanto stabilito per l’attività dei settori giovanili. Il prossimo Consiglio Federale è fissato l’8 maggio. Sarà quello il giorno fatidico che segnerà il destino del calcio italiano, professionistico e non.

Intervenuto a Omnibus su La7, il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha confermato che il protocollo per la ripresa degli allenamenti presentato dalla FIGC al Comitato Tecnico Scientifico (CTS) è risultato insufficiente. Poi l’affondo sulla ripresa della Serie A: “Leggendo certe dichiarazioni potrebbe esserci una maggioranza dei presidenti pronta a chiedere la sospensione per preparare al meglio il prossimo campionato”. Il Ministro ha invitato i dirigenti a studiare un piano B mentre il CTS valuterà un nuovo piano per gli allenamenti.

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