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Cam, Babbo: “Negligenza di chi dovrebbe controllare”

"Ritengo che un Ente che gestisce un bene di prima necessità come l’acqua non possa agire in questo modo"

Babbo

“Apprendo da diversi concittadini, allarmati per quanto sta accadendo, che il CAM sta inviando bollette “salatissime” per richiedere conguagli relativi al consumo di acqua per gli anni passati”. È quanto si legge nella nota a firma di Mario Babbo. Il consigliere di minoranza parla a nome dei cittadini dei conguagli in bolletta del Cam, a suo avviso “del tutto arbitrari”.

“Sembrerebbe tutto normale – prosegue – se non fosse che lo stesso Ente, non riuscendo a quantificare i consumi relativi alle singole annate, in maniera del tutto arbitraria, conteggi le presunte cifre dovute per ogni annualità senza di fatto dare all’utente la possibilità di capire quali siano gli importi effettivamente dovuti e quali quelli oramai prescritti.

Ritengo che un Ente che gestisce un bene di prima necessità come l’acqua non possa agire in questo modo pretendendo che i cittadini, già gravati da rincari dei prezzi di ogni tipo, sopportino costi non dovuti a causa della negligenza di chi avrebbe dovuto controllare i contatori dell’acqua e ciò non ha fatto.

Ancor di più ritengo inconcepibile l’assordante silenzio dell’amministrazione comunale di Avezzano, socio con maggiori quote possedute nel CAM.

Mi viene da chiedermi come mai Di Pangrazio e la sua amministrazione siano stati presenti al momento delle nomine della nuova governance, di fatto quello della spartizione delle poltrone, tra l’altro facendosi sfuggire l’opportunità di mantenere una Manager che aveva dimostrato enorme competenza come la Dott.ssa Morgante (sulla quale vicenda magari tornerò in seguito), ed oggi che i cittadini avezzanesi ne hanno la necessità non intervengono in una vicenda dai mille risvolti giuridici e politici.

Aiutare i nostri concittadini non può significare soltanto elargire contributi “a pioggia” ma deve significare anche evitare che gli stessi vengano costretti, per pagare cifre che ritengo non siano dovute, o almeno non siano dovute nelle proporzioni richieste, a rivolgersi al settore sociale per chiedere a loro volta l’elargizione di contributi”.  

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