La Corte d’Appello rigetta le opposizioni dell’Agenzia delle Entrate e di Banca Sistema al concordato preventivo del Consorzio acquedottistico marsicano e condanna a pagare le spese legali. A distanza di 3 anni dall’avvio delle procedure il Cam può cominciare a premere sull’acceleratore e portare avanti la procedura di risanamento promossa. L’ente che si occupa della gestione idrica dei comuni della Marsica il 15 ottobre 2018 presentò tramite il consiglio di gestione, presieduto da Manuela Morgante, e di sorveglianza, con a capo Alessandro Pierleoni, il piano mirato a evitare il fallimento a causa dei 120 milioni di euro di debiti accumulati.
Il collegio della sezione fallimentare del tribunale di Avezzano, dopo una lunga analisi, lo ha accolto grazie anche a un’intesa trovata tra Cam e creditori. Gli unici a non aver accettato un compromesso per sanare i debiti sono stati Banca Sistema e Agenzia delle Entrate che hanno fatto ricorso a loro volta alla giustizia per vedersi riconosciuti dal Cam tutti i soldi dovuti. La questione è arrivata fino alla Corte d’Appello dell’Aquila che nei giorni scorsi ha rigettato le opposizioni e confermato la valenza del concordato condannando l’Agenzia delle Entrate e Banca Sistema al pagamento delle spese legali di 20mila euro. “Siamo soddisfatti perché ancora una volta è stata riconosciuta la validità del concordato frutto di un lavoro mirato”, hanno spiegato il presidente Morgante e il consigliere Loreto Ruscio, il presidente Pierleoni e i consiglieri Felicia Mazzocchi e Tonino Mostacci, “dopo tre anni di impegno costante stiamo iniziando a vedere i primi risultati e questo sta a significare che la strada intrapresa è quella giusta e l’attuale governance ha il polso della situazione. Ora auspichiamo che ci si concentri di più sui traguardi raggiunti e sugli obiettivi futuri per i soci e per gli utenti serviti piuttosto che sulla solita giungla di polemiche strumentali che sicuramente non contribuiscono a migliorare la salute di questa importante realtà marsicana”.