“Da ormai otto mesi sul Complesso Celestino V, composto dalla Chiesa San Bernardino, dalla mensa dei poveri e dalla struttura sociale, pende l’ordinanza dirigenziale n.°23 di demolizione per il mancato rinnovo dell’autorizzazione in base alla Delibera n°58. La controversia giudiziaria fra il Comune e la Cooperativa Fraterna Tau dovrebbe risolversi il giorno 23 giugno nell’udienza fissata davanti al TAR, con il rischio di un ulteriore rinvio. Nel frattempo, nel silenzio generale della politica e della Giunta comunale, la città continua ad essere privata di servizi importanti di accoglienza e di aiuto per le famiglie in difficoltà economica, in un periodo di pandemia, così difficile soprattutto per i ceti più deboli e meno tutelati”.
È quanto si legge in una nota di Lelio De Santis, capogruppo Cambiare insieme al Consiglio comunale dell’Aquila.
“Proprio mentre la povertà cresce e la corsa ai Buoni spesa lo hanno dimostrato, la città non può tenere chiuso un presidio sociale che, tra l’altro, offriva gratuitamente almeno 100 pasti al giorno alle persone bisognose. Sul piano amministrativo, senza voler discutere la bontà dell’ordinanza dirigenziale, forse troppo frettolosa, va rimarcato che il vizio formale riscontrato, il mancato rinnovo, cozza con lo spirito della delibera 58, che consentiva l’utilizzo delle strutture provvisorie fino al rientro nella sede originaria, nello specifico in quella di via dei Giardini”, aggiunge.
“D’altra parte, finora a nessun Dirigente, a nessun Assessore o al Sindaco è venuto in mente di assumere identica decisione di demolizione per le circa 3.000(delle oltre 5.000) casette realizzate ai sensi della stessa delibera 58! Ed allora, ritengo che la politica ed il Consiglio comunale debbano battere un colpo ed assumere una decisione chiara e responsabile, che tenga conto delle regole amministrative ma anche dell’interesse generale e della tutela di un servizio sociale essenziale. A tal fine, ho predisposto una specifica mozione, che mi auguro sia condivisa da tutti i gruppi consiliari, da esaminare ed approvare nella prossima riunione. Una volta tanto, per un’esigenza sociale importante, la politica faccia il proprio mestiere e decida prima dei giudici!”, conclude.