«Rispettiamo come sempre tutte le decisioni che promanano dai giudici e non mancheremo ovviamente di farlo in questo caso. Non mancheremo, tuttavia, di presentare appello non appena la motivazione della sentenza sarà resa disponibile».
Così in una nota l’avvocato professor Alessandro Diddi, del foro di Roma, difensore dell’imprenditore Camillo Colella, dopo che «ieri il tribunale di Milano ha emesso sentenza di condanna nei confronti di Colella, chiamato a rispondere del reato di corruzioni tra privati commesso sul presupposto che costui avrebbe corrisposto somme di denaro all’ex presidente di Banca Popolare di Milano, Massimo Ponzellini, autore, secondo l’accusa, della decisione di far acquistare alla banca alcune quote di un fondo immobiliare costituito da Camillo Colella alcuni anni prima».
«La decisione era francamente inattesa e siamo curiosi di leggere le motivazioni che hanno portato il Tribunale di Milano ad affermare la penale responsabilità di Camillo Colella, peraltro applicando a suo carico una pena bagatellare», prosegue il legale.
«Nel corso del processo si era dimostrato con prove inoppugnabili che i rapporti economici tra Massimo Ponzellini e Camillo Colella fossero sorti addirittura in epoca antecedente rispetto all’assunzione da parte del primo della carico di presidente del Cda di Banca Popolare di Milano – continua – e, soprattutto, che essi erano regolati da contratto recante data antecedente sempre all’assunzione di detta carica e le cui obbligazioni patrimoniali erano state già in parte eseguite sempre prima della carica medesima».
Fonte Ufficio Legale a difesa di Camillo Colella