Centotrenta giovani alpini hanno ricevuto sabato 5 luglio il cappello con la penna nera, simbolo del Corpo di soldati di montagna più famoso, al termine di una cerimonia solenne nella rinnovata piazza del Duomo all’Aquila, presenti il Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Carmine Masiello e il Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero.
Dopo undici settimane di corso al Centro Addestramento Alpino di Aosta, con lunghe marce, ascensioni impegnative, corsi di sci, alpinismo e combattimento in montagna, i militari del corso “Solarolo III” (dal nome di una battaglia della Grande Guerra in cui l’Aosta meritò la medaglia d’oro al valore) hanno viaggiato verso il capoluogo abruzzese per l’ultima tappa del percorso che li ha portati nelle Truppe Alpine dell’Esercito.
In Abruzzo l’intreccio tra la montagna – con l’ascensione zaino in spalla sul Gran Sasso (2912 metri di altitudine) e il cammino di San Gabriele, una marcia di 21 km verso l’omonimo santuario che le penne nere abruzzesi percorrevano prima di partire per i fronti delle guerre mondiali – e la solidarietà, con la visita al Comune di Fossa, che gli Alpini in congedo hanno ricostruito dopo il terremoto del 2009.
Le nuove leve delle Truppe Alpine dell’Esercito vengono formate all’insegna di tre direttrici: addestramento, innovazione e valori. I centotrenta nuovi alpini del corso Solarolo III provengono da tutte le regioni del Paese ma hanno in comune la scelta di appartenere al Corpo degli Alpini, tradizionalmente formato – dal 1872 fino agli anni 2000, quando fu sospesa la leva obbligatoria – da reclute nate nei distretti di montagna del nord, alle quali affidare la difesa dei confini d’Italia.
Oggi la composizione è variegata: tra i centotrenta il gruppo più numeroso è quello del Piemonte, seguito da Sicilia e Lombardia. Numerosi i giovani abruzzesi e veneti, non pochi i campani, pugliesi e laziali, e a seguire quelli di Friuli, Liguria, Marche, Emilia, Molise e Alto Adige.
Tutti attratti dal fascino della montagna e delle sue sfide, dal prestigio e dall’operatività dei reggimenti alpini, in prima linea per la sicurezza in Italia e all’estero: la brigata Taurinense sta per schierarsi in Libano con l’ONU, la Julia fa parte della Forza di reazione della NATO, entrambe forniscono un contributo importante all’operazione Strade Sicure sul territorio nazionale. A motivare la scelta contribuisce anche l’Associazione Nazionale Alpini, che proietta l’immagine positiva dell’impegno solidale che migliaia di penne nere in congedo forniscono alla comunità, attraverso la Protezione Civile e le innumerevoli ore di volontariato in favore dei più fragili.
La cerimonia solenne ha visto infatti i 130 giovani allineati di fronte ad altrettanti Veci, i quali – al rullo del tamburo – hanno messo il cappello con la penna sulla testa dei nuovi alpini, davanti ai familiari e agli amici venuti da tutta Italia. Alcuni di loro il passaggio di testimone lo vivranno in famiglia, come un tempo, ricevendo il copricapo di feltro dal papà, già alpino anche lui.
Comunicato stampa