Un uomo di 40 anni, magrebino, con problemi di natura psichica e per questo da qualche giorno collocato presso l’articolazione per la Tutela della Salute Mentale, è stato ritrovato impiccato stamani nella sua cella della casa di lavoro di Vasto.
Sale così a 37 (più uno ammesso al lavoro all’esterno e un altro in una Rems) la conta dei detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere tre operatori. A renderlo noto è Gennarino De Fazio, segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“E se il penitenziario di Vasto non sembra risentire eccessivamente del sovraffollamento complessivo, a fronte di 16mila reclusi in eccesso nel Paese, alla casa di lavoro abruzzese ne sono associati 103, fra detenuti e internati, certamente si connota per le voragini negli organici del Corpo di polizia penitenziaria, laddove su un fabbisogno di almeno 143 agenti ne risultano assegnati solo 69, dunque meno della metà.
Anche per questo, pare che l’articolazione per la tutela della salute mentale dov’era allocato il detenuto suicida molto spesso resti non presidiata. A questo si aggiungono altre difficoltà di natura organizzativa che investono pure l’area giuridico-pedagogica (i cc.dd. educatori) dei cui funzionari, fra l’altro, pare non sia garantita la costante presenza in tutti giorni della settimana”, spiega il segretario della UILPA PP.
“Servono subito misure deflattive della densità detentiva e per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria anche coagulando l’emorragia dalle carceri presso gli uffici ministeriali. La Polizia penitenziaria è stremata nelle forze, mortificata nel morale e sottoposta a caporalato di stato con carichi di lavoro esorbitanti e turni di servizio che si protraggono sino a 26 ore continuative. Tutto questo va fermato, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Capo del DAP, Stefano Carmine de Michele, devono delle risposte concrete e tangibili”, conclude De Fazio.
