Erano i primi anni 50, quando alla periferia Est di Avezzano incominciava a nascere quel grosso quartiere chiamato Caruscino. Famiglie per lo più di contadini, che utilizzavano i prodotti del Fucino per le loro necessità alimentari. Poi qualcuno pensò bene che costruire qualche forno nel quale cuocere pane, patate, pizza e quant’altro, più che un qualcosa di superfluo, fosse una vera necessità. Detto e fatto, e nel giro di poco tempo furono realizzati ben otto forni che vennero lasciati a disposizione di chi ne avesse bisogno. Col passare del tempo, tre di questi forni sono spariti, ma cinque di loro fanno ancora bella mostra e risultano essere perfettamente efficienti, nonostante nessuno se ne serva più. Ma in ricordo del tempo passato, è nata una tradizione che viene rispettata ogni 1° maggio, e festeggiata col nome de “I forni di S. Giuseppe”, in onore di San Giuseppe artigiano. Non si tratta propriamente di una sagra, ma l’aspetto della festa porta ad equiparare la manifestazione ad uno dei tanti eventi mangerecci che si celebrano in zona. Sta di fatto, comunque, che se si dovesse ragionare in termini di presenze, “I forni di S. Giuseppe” rappresentano ancora oggi un evento da tramandare anche negli anni a venire.
Caruscino e “I forni di S. Giuseppe”.
Si ripete una tradizione vecchia ormai di oltre mezzo secolo