Sono saliti a quattro i casi positivi al Covid-19 a Celano.
Gli ultimi due sono stati comunicati proprio ieri dal sindaco Settimio Santilli e si tratta di due pazienti già ricoverati alla Clinica San Raffaele di Sulmona da diverse settimane, per altre patologie pregresse legate a problematiche di deambulazione.
Si tratta di contagi, dunque, legati alla situazione d’emergenza emersa dalla clinica che ad oggi conta 30 casi positivi e rischia di diventare un focolaio, non solo per la Valle Peligna ma per l’intera Regione.
È intervenuta la Asl per smentire le polemiche che si sono create al riguardo e sottolineare che la situazione è sotto controllo, i pazienti sono attualmente ricoverati in sicurezza al San Raffaele, attraverso l’utilizzo di posti letto in stanze singole, in un settore della struttura isolato e distinto.
«Quello che sta accadendo alla clinica di Sulmona non va ad incidere solamente sulla Valle Peligna ma anche su altri centri dell’aquilano e dell’Abruzzo in generale. I primi risultati negativi si vedono anche a Celano. C’è amarezza, perché la situazione doveva essere gestita in maniera diversa. I casi accertati ora sono quattro, attendiamo altri aggiornamenti dalla Asl» così il sindaco Santilli.
Il sindaco spiega inoltre che le persone entrate in contatto con i pazienti positivi al Covid-19 sono in sorveglianza attiva da parte della Asl. Sono monitorati, giornalmente, almeno tre volte, dall’Azienda Sanitaria. Al momento non manifestano alcun sintomo. Lui stesso li sente quotidianamente, sia le persone contagiate che le loro famiglie, le quali non hanno avuto contatto fisico con i loro cari già da diverso tempo.
Dure le parole scritte dal sindaco anche sulla sua pagina Facebook: «Sono molto, ma molto arrabbiato. Circa un mese fa, con l’autorità sanitaria locale, di concerto con la dirigenza della convenzionata Casa di Cura L’Immacolata di Celano privata, abbiamo deciso di rispettare alla lettera l’ordinanza numero 3 del Presidente della Regione.
Fu deciso di “sospendere” le attività ambulatoriali fino al 3 Aprile, (ora con l’ordinanza n.23 fino al 13 Aprile) e di garantire solo quelle estremamente urgenti.
Per tutto il periodo emergenziale del COVID 19, infatti le cliniche private sono tenute ad accogliere i pazienti NO-COVID eventualmente trasferiti dalle strutture pubbliche della rete di emergenza regionale, anche rimodulando la loro attività di elezione.
Oggi mi ritrovo ad affrontare problematiche serissime dovute ad un’altra clinica privata in altro territorio che fece tutt’altra scelta, che ha creato un vero e proprio “lazzaretto” e i cui effetti sono solo all’inizio e non solo per Celano.
Sono le amare conseguenze di quando non si riesce a guardare a un centimetro dal naso, ad avere una visione ampia e lunga, ad essere lucidi e riflessivi, mettendo anche in conto accuse fuori luogo annesse e connesse di chi non capisce o gli conviene non capire scelte che all’epoca sembravano da irresponsabili».