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Caso Quaglieri: anche Lobene nel registro degli indagati

Nel mirino della Procura dell’Aquila anche il responsabile del servizio Ragioneria del Comune. Al centro dell'inchiesta una sim del Comune utilizzata dall'assessore regionale

Si allarga l’inchiesta per l’utilizzo di una sim, che coinvolge l’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri, mister preferenze con oltre 12 mila voti alle ultime elezioni. La sim, pagata dal Comune di Trasacco (L’Aquila), amministrazione guidata dall’attuale assessore fino al 2018, sarebbe stata utilizzata da Quaglieri anche dopo le sue dimissioni dalla carica di primo cittadino.

 

La Procura dell’Aquila ha iscritto nel registro degli indagati anche il sindaco di Trasacco (L’Aquila), Cesidio Lobene, e il responsabile del servizio Ragioneria del Comune marsicano, Riccardo Tomasetti.

 

Le ipotesi di reato sono quelle di depistaggio e falso in atto pubblico, proprio in merito alla produzione di documentazione nel caso della sim.

 

Secondo la tesi accusatoria, tutta da dimostrare, Lobene avrebbe formato, come ricostruito dal quotidiano Il Centro, “un atto pubblico ideologicamente falso”, attestando “falsamente di avere ricevuto una comunicazione dall’Ufficio finanziario che quantificava il credito di Quaglieri che doveva essere portato a compensazione delle spese affrontate dall’ente per l’uso del telefono”.

 

Tomassetti, sempre per l’accusa, “attestava falsamente che il debito che Quaglieri ha nei confronti del Comune è di euro 868,60 euro” e “attestava falsamente che Quaglieri aveva diritto fino a ottobre 2022 al telefono di servizio, nonostante l’inesistenza di formali, provvedimenti di assegnazione”.

 

Inoltre Tomassetti “qualificandosi indebitamente quale segretario comunale apponeva la firma nel certificato di pubblicazione, senza delega nemmeno orale da parte del segretario comunale in carica”.

 

C’è poi l’ipotesi di depistaggio in concorso, secondo la quale Lobene e Tomassetti attraverso la predisposizione di atti falsi “sviavano le indagini che la Procura dell’Aquila stava conducendo a carico di Quaglieri per acquisire la prova del peculato“.

 

Il pm poi sostiene che Lobene e Tomassetti “formavano atti pubblici, peraltro falsi (prodotto del reato, dunque nulli), funzionali, almeno in parte, a regolarizzare ora per allora la condotta, ovvero a intralciare la prova dell’elemento soggettivo di Quaglieri rispetto al delitto di peculato, predisponendo una postuma compensazione dei debiti”.

Secondo l’accusa, dunque,  il sindaco avrebbe falsamente attestato di aver ricevuto dall’ufficio finanziario comunicazione relativa alla compensazione delle spese sostenute per la sim dell’ex sindaco Quaglieri, mentre il dirigente di ragioneria avrebbe attestato un debito di 868 euro a fronte di 6.621 euro effettivi, mandando il documento senza l’autorizzazione del segretario comunale.

Lobene e Tomasetti saranno interrogati la prossima settimana dal sostituto procuratore Marco Maria Cellini, titolare dell’inchiesta.

Quaglieri e i nuovi iscritti nel registro degli indagati sono difesi dagli avvocati Carlo Polce, Antonio Milo, Franco Colucci e Mario Flammini.

 

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