Nuovamente il sisma è tornato a colpire la città di Castelli, la capitale della ceramica d’Abruzzo, aggiungendo ulteriori e gravissimi danni a quelli già ingenti provocati dal sisma del 6 aprile 2009 al piccolo comune dei Borghi più belli d’Italia. «Il comune è mortalmente ferito», lamentano gli abitanti del centro storico, in cui si riscontrano i danni maggiori. Castelli era già parte del cratere sismico individuato all’indomani del terremoto di L’Aquila ed aveva riportato gravissimi danni. La scossa del 30 ottobre ha aggravato una situazione già critica, determinando la necessità di provvedere alla istituzione di una zona rossa con totale interdizione all’ingresso anche pedonale nelle vie dell’intero centro storico.
«Si contano ben 37 famiglie sfollate e numerosi crolli; la chiusura del centro storico è stata una scelta obbligata». Queste le parole dell’addolorato e scosso sindaco Rinaldo Seca. «C’è da comprendere che in un paese che vive di turismo e che fa leva sulla sua bellezza ed attrattività, la chiusura del centro storico è un fatto di gravità inaudita», aggiunge.
Inutile sottolineare che la ricostruzione del centro storico a seguito del sisma del 6 aprile non è neppure cominciata a causa delle lungaggini burocratiche e quindi il nuovo sisma non ha potuto che aggravare una situazione già drammatica, spiegano gli spaventati ed indignati abitanti del borgo. Il paese sta morendo a causa dei danni al patrimonio storico-architettonico, del turismo, primaria fonte di reddito per oltre il 90% della popolazione, e dello spopolamento, effetto indiretto ma innegabile del sisma. Già all’indomani del 6 aprile molte famiglie avevano dovuto abbandonare il centro storico ed oggi le poche rimaste sono state trasferite in alberghi ed agriturismi. Chiuse molte attività commerciali e di servizio primario al cittadino: l’ambulatorio medico, la farmacia, l’edicola e numerose botteghe di ceramica. A ciò si aggiungano l’inibizione all’ingresso per danni ingenti a tutti i cimiteri ed il necessario trasferimento della sede comunale, oltre che il parziale crollo del tetto dell’antico convento e sede museale e danni ingenti ad alcune chiese di rilevante pregio storico ed artistico. Le abitazioni inagibili sono inoltre molte anche nelle varie frazioni e zone rurali. La situazione nei prossimi giorni potrebbe inoltre aggravarsi giacche’ potrebbe rendersi necessaria la chiusura della SP37, unica via di accesso al borgo per il serio rischio di crolli dalle abitazioni prospicienti. La città che porta lustro all’intero Abruzzo, uno dei borghi più belli d’Italia, una delle più importanti città della ceramica del mondo si sta trasformando in un paese fantasma.
Fonte AGI
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