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Centro storico L’Aquila, le proposte dei commercianti

Lettera indirizzata al sindaco Biondi, al vice Daniele e all'assessore Mannetti

“Nessuno dice che governare una città come L’Aquila sia facile, ma prendere le decisioni senza un’analisi e una concertazione con i cittadini rende la città ingovernabile. Servono pragmatismo amministrativo, programmazione e realizzazione di quelle infrastrutture strutturali che al pari di altre città rendono funzionale un’isola pedonale. Da quando abbiamo iniziato questa battaglia di sopravvivenza non abbiamo mai esitato nel far comprendere all’amministrazione comunale e a Voi, rappresentanti della nostra città, le nostre ragioni e la nostra compattezza. Non ci siamo mai nascosti, né mai divisi. L’isola pedonale la vogliamo anche noi, ma senza bruciare le tappe che servono per arrivarci e con il buon senso di proteggere e agevolare la ripresa economica del post Covid che c’è nel Paese; invece qui ci sono attività appena ricollocate in centro storico che non reggeranno a lungo gli urti economici e che rischiano la chiusura, mentre altre stanno già decidendo di delocalizzarsi nuovamente in periferia, ci sono cittadini e professionisti che vogliono vendere la propria abitazione per soluzioni più vivibili”. Così in una lettera dl gruppo commercianti e residenti del centro storico dell’Aquila indirizzata al sindaco Pierluigi Biondi, al vicesindaco Raffaele Daniele e all’assessore Carla Mannetti in merito ad alcune proposte sul centro storico del capoluogo.

“Il calo di fatturato dei commercianti, il disagio dei residenti e dei professionisti che abitano il centro storico sono verità con cui bisogna fare i conti. Se l’obiettivo è quello di far rivivere il centro storico, perché si vuole a tutti i costi invertire con imposizioni la tendenza verso la periferia? Nessuno di noi fa politica e nessuno di noi pensa al 2022, noi pensiamo alle nostre vite e a quelle dei nostri dipendenti, clienti, familiari. Il pensiero che invece ci accomuna tutti riguarda come resistere in centro storico con un contesto sfavorevole che ancora persiste dal sisma 2009 e che oggi è aggravato dal Covid.

Quello che si chiede è un ascolto e una comprensione delle criticità, non prese in giro con mediazioni cercate solo con una parte di noi. Chiediamo inoltre responsabilità dinanzi alle questioni del centro storico senza distinzioni: non ci rapportiamo con le deleghe degli assessori, ma con il modo di una classe dirigente di governare problemi complessi. Troviamo ingenerosa nei nostri confronti anche la strumentalizzazione fatta nel dipingere “una guerra fra poveri” quando parliamo della deregulation delle auto della ricostruzione: noi chiediamo correttezza verso le auto private di tecnici e operai che invadono piazze e vicoli perché vogliamo che loro abbiano la possibilità di accedere ai cantieri con i pulmini messi a disposizione dalle imprese, nel rispetto del loro lavoro e del vivere civile.

Allo stesso modo non può cambiare il verso delle cose l’uscita di esercenti, pochi che si contano sul palmo di una mano e di una piccola associazione di Categoria, che fanno un plauso a questa isola pedonale contro le ormai 250 firme tra commercianti, professionisti, residenti e clienti che chiedono a gran voce una rivisitazione della delibera dell’area pedonale da effettuare oggi, non domani. Noi chiediamo di posticipare quello che l’amministrazione chiama “prove di pedonalizzazione” quando ci saranno i servizi a supporto della stessa.

Parlare di eventi in centro storico come se ne parla appartiene a uno schema riduttivo di chi guarda alla forma e mai alla sostanza dei problemi. Non saranno gli eventi a superare quella mancanza di programmazione e di interventi che il centro cittadino chiede da anni. Non sarà la provvisorietà di ogni azione comunale a superare gli ostacoli quotidiani che richiedono risposte definitive né creerà i presupposti di una ambizione che possa realmente farci essere città capoluogo e faro delle aree interne.

L’obiettivo rimane quello di una ripresa concreta del centro storico e di una rifunzionalizzazione dei servizi che manca da troppo tempo.

Per questo continuiamo a fare appello al buon senso di ognuno, anche di chi non vede l’ora (come noi!) di non avere più macchine parcheggiate in maniera selvaggia, e continuiamo a chiedere a Voi, senza alcuna volontà di strumentalizzare né di essere strumentalizzati, di recepire le nostre proposte:
area pedonale solo nel fine settimana dalle ore 20.00 e dalla mattina quando ci saranno i grandi eventi programmati;
sicurezza che deve assumere un ruolo di primo piano;
parcheggi a disco orario dappertutto tranne che per gli stalli destinati ai residenti e con un rispetto pedissequo delle regole e del vivere civile nel centro storico;
raddoppio delle navette con ultima corsa posticipata alle 00.00;
tapis roulant riattivato sicuro e fruibile per chiunque;
apertura di bagni pubblici.

La nostra non è una contrapposizione, ma una richiesta di aiuto da parte di chi, saldamente unito agli altri nel portare avanti istanze vitali, sta vivendo le difficoltà del centro storico ogni giorno sulla propria pelle”.

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