“Una Giunta regionale ferma, incapace di governare e programmare: leggi senza copertura e pesantemente osservate, cancellati i fondi Masterplan su opere solo da cantierare, inesistente la programmazione sanitaria, disastroso l’approccio su urbanistica, rifiuti e commercio, fondi europei: e c’è chi fa conferenze pomeridiane in pieno agosto per insultare chi più volte lo ha messo in guardia dagli errori puntualmente commessi e che grida da mesi perché in un anno e mezzo di governo l’Abruzzo avrebbe avuto diritto almeno al minimo sindacale”, così i consiglieri di centrosinistra Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani, Marianna Scoccia.
“La verità è che tanto nervosismo del presidente rivela che la nostra opinione su questi mesi di governo del centrodestra ha colto nel segno. Marsilio è un alieno, spesso anche nella sua maggioranza e i provvedimenti della sua gestione lo attestano – argomentano i consiglieri del PD, Legnini Presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo misto – Erano vulnerabili su più punti anche le norme a sostegno di imprese e ripresa approvate in luglio, alcune delle quali sono state addirittura cancellate dal progetto approvato in Consiglio nell’ultima seduta. Dopo l’eliminazione dei 12 milioni per le imprese, è destinato a scomparire anche il milione per la Polizia Locale. Non solo, il MEF ha rilevato che la legge regionale 14/2020 che correggeva il Cura Abruzzo 1, non ha copertura finanziaria, in cifre mancano ben 1.051.300 euro e ciò la pone in contrasto anche con la Costituzione. Succede anche per la concessione dei contributi alle sole Organizzazioni di Volontariato iscritte all’Albo regionale, quindi a una porzione limitata degli Enti del Terzo settore, come rileva stavolta il Ministero del lavoro. Mentre sotto la lente del Ministero della giustizia è poi finita la L.R. 15/2020 (medicina dello Sport), perché alcune norme sono oggetto di potestà esclusiva dello Stato. Mai nella sua storia legislativa l’Abruzzo aveva registrato una produzione normativa tanto confusionaria e approssimativa e tale mancanza di programmazione, frutto della fretta di incasellare risorse, consenso e propaganda, a scapito della qualità e dell’utilità degli ultimi provvedimenti, cosa che non siamo noi a dirlo ma ben 4 ministeri diversi che li hanno censurati”.
Cura Abruzzo 1 e 2. Dei 144 milioni annunciati dal Cura Abruzzo 1 e 2 solo un’esigua parte è arrivata a famiglie e imprese piegate dall’emergenza Covid e alle prese con una ripresa che si conferma dura e difficile, mentre 13 milioni già sono stati cancellati con le leggi correttive. Ritardi, mancate coperture e mancati pagamenti: atti alla mano, ad oggi i provvedimenti attuativi riguardano 61 milioni, ma solo 22 sono quelli realmente trasferiti ai beneficiari, di questi solo 12 i milioni erogati a sostegno delle famiglie abruzzesi, 10 milioni per il fondo dei Consorzi di Bonifica e zero alle imprese, in tutto nemmeno la decima parte di quanto promesso, perché il resto è fermo e su alcune misure si cercano ancora le coperture. Delle 33 misure previste per un valore annunciato di 144 milioni di euro, solo 2 sono quelle attuate e trasferite ai beneficiari, mentre altre 8 sono state avviate ma non ancora trasferite, per un valore di circa 39 milioni (Allegato 1, quadro delle risorse).
Masterplan. Sono 217 i milioni di euro cancellati (vedere allegato 2) fra cui Area di risulta di Pescara, il sistema irriguo del Fucino, il porto di Ortona, l’ex-manicomio di Teramo, i collegamenti Chieti- Università, gli interventi Passo Lanciano Majelletta, pista ciclabile Valle Aterno e Parco della Luna nell’aquilano. Al contrario di quanto dichiarato da Marsilio, il Governo ha dato la possibilità (allegato 3) di scegliere (vedere allegato 4), ma non obbligato alla rimodulazione: “La verità è che sono incapaci di attrarre nuove risorse e così utilizzano quelle del Masterplan, che in passato avevano definito inesistenti e decidono di cancellare numerosi interventi che erano pronti quando si sono insediati e loro non sono stati in grado di cantierare. La maggioranza ha perso tempo e oggi i nostri territori dovranno aspettare che il governo rifinanzi le poste”.
Le proposte del Comitato tecnico scientifico. Un organismo che polverizza la concertazione con parti sociali e associazioni di categoria e si sostituisce ai consiglieri di maggioranza e alla Giunta, elencando una lista di enunciazioni di principio e di indirizzo politico che evidentemente chi governa non riesce a produrre, un quaderno dei sogni che non indica coperture e tempi di realizzazione delle tante proposte, né assi di intervento, utile forse per la campagna elettorale regionale 2024/29, ma non di certo alla comunità che ha bisogno di sostegno in tempi rapidi.
Sanità. Arrivano nuove strigliate alla Regione Abruzzo dal verbale dell’ultimo tavolo di monitoraggio del Ministero della Salute sulla gestione della Sanità. Governance carente, per la prima volta dopo 10 anni deficit non coperto e pertanto sono state sottratte le risorse (30 milioni all’ospedale di Chieti), nuova e totale assenza dei documenti per la programmazione per i prossimi anni: non c’è il piano sanitario 2019-2021 (ad agosto 2020), non c’è rete ospedaliera e conseguente piano delle assunzioni. Intanto i cittadini aspettano di poter fruire delle 150.000 prestazioni sanitarie sospese che si sommano alle circa 14.000 di prestazioni ospedaliere e chirurgiche non erogate, inviato in ritardo persino il programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid. Unica nota positiva il punteggio Lea, ma elaborato sui risultati del 2018 del governo regionale di centrosinistra. Puntuali, invece gli aumenti di stipendi per il management e le funzioni dei nuovi staffi dirigenziali, che ammontano a 2,7 milioni di euro (parere, allegato 5).
Urbanistica. È rientrato il tentativo di portare in approvazione in pieno agosto un disegno sull’urbanistica sommario e fuori tempo, in nome di una semplificazione scritta solo sulla carta: “Siamo riusciti ad ottenere il ritiro del disegno di che tornerà in aula a settembre, dopo un incontro approfondito con Anci, Province, ordine, categorie e portatori d’interesse che erano stati esclusi dal confronto, perché quella presentata non era una legge organica che al settore serve, ma il pericoloso tentativo di depotenziare il controllo delle istituzioni sugli atti e i provvedimenti relativi al territorio, per sdoganare cemento e speculazioni, un rischio inaccettabile”.
Rifiuti. “Da cave dismesse a discariche attive, questo è solo uno dei rischi contenuti nel testo di riforma della normativa regionale sui rifiuti che il centrodestra ha provato a portare in aula prima della sospensione estiva e che abbiamo bloccato. Una scelta penalizzante per l’ambiente, sia per il numero ingente di cave presenti sul territorio, sia per la natura e la collocazione delle cave, cosa che potrebbe vedere nascere discariche nel cuore di luoghi che potrebbero invece essere recuperati. In gioco equilibri delicati e un’operazione possibile solo con una variazione importante del Piano regionale di gestione dei rifiuti del 2018 che peraltro è in via di attuazione, quindi con il rischio aggiuntivo che anche questo atto venga impugnato dalla Corte costituzionale”.
Fondi europei. Maglia nera all’Abruzzo sui fondi europei. “Un allarme che avevamo lanciato a maggio e che viene confermato oggi con un triste primato: siamo ultimi in Italia per la spesa rispettivamente dei fondi Fesr e Fse: ultima Regione per percentuale di spesa del Fesr (22,79 per cento), avendo certificato appena 61,9 milioni dei 271,5 a disposizione (allegato 6 Agenzia coesione territoriale)”.
Precari della sanità. La stabilizzazione era cosa realizzabile dopo la sentenza della Corte Costituzionale del mese di febbraio che ha riconosciuto la possibilità di estendere i diritti per combattere il precariato e quindi applicare anche a questi lavoratori gli effetti della legge Madia. Evidentemente per la destra abruzzese, fucina di manager e dirigenti, i lavoratori erano risorse da far restare precarie, nonostante la loro professionalità e dedizione.
Commercio. Rinviato al mittente anche il disegno di legge regionale sul settore che, modificando la normativa vigente, avrebbe autorizzato altre aperture della media e grande distribuzione su territori già ampiamente abusati.
Disabili. Inaccettabile che da sei mesi i centri di supporto a disabili e famiglie siano chiusi su tutto il territorio.