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‘C’era e non c’era una volta’: la storia ‘invisibile’ del popolo armeno rivive a Trasacco

La storia, quella di un passato lontano e occultato, quella di un popolo intero, quale quello armeno, rivivrà nella terra al di là della acque dell’antico lago Fucino, quella trasaccana, sabato 22 aprile. ‘C’era e non c’era una volta’ è il titolo dello spettacolo teatrale sulle fiabe armene, organizzato dall’Istituto Comprensivo di Trasacco, precisamente dalla classe I C della scuola secondaria di primo grado. Lo spettacolo, tra l’altro quasi in concomitanza con il giorno in cui si ricorda il genocidio degli armeni, avrà inizio alle ore 16 e 30, all’interno dell’Auditorium comunale in via Cifilanico.

«L’idea nasce dalla mia conoscenza personale di alcuni ragazzi armeni», racconta alla Redazione di InfoMediaNews Lidia Chandra Cilli, insegnante di italiano a Trasacco. «Da quest’esperienza interculturale e dalla visione di uno spettacolo sul genocidio degli armeni è nato, in me, l’interesse per la cultura di un popolo sfortunato e mai trattato sui libri scolastici di storia», spiega l’insegnante. «Per questa iniziativa ho proposto per il progetto scolastico un libro di Antonia Arslan, scrittrice e saggista di origini armene, appunto. Si tratta del testo intitolato ‘Il libro di Mush’, il racconto di una storia vera, riguardante la missione di salvataggio di un antico manoscritto, ancora oggi conservato all’interno del Museo del Matenadaram».

«Il lavoro di preparazione dello spettacolo è ruotato, però, soprattutto, intorno alla lettura di una raccolta di fiabe armene, tutte caratterizzate dal medesimo incipit, quel ‘C’era e non c’era una volta’ che dà il titolo all’evento e che, metaforicamente, allude all’esistenza di un grande Impero poi, improvvisamente, cancellato dalle tristi vicende storiche che hanno visto protagonista e vittima il popolo armeno», prosegue Lidia Cilli. Il progetto di lettura si è, poi, subito trasformato in progetto teatrale. «I ragazzi della classe I C, con l’aiuto mio e di un’altra docente, hanno lavorato alla messa in scena di tre fiabe armene, con accompagnamento musicale. Ci sarà, infatti, la musica del coro ‘Mira Vox’ delle voci bianche di Trasacco, a fare da cornice alle rappresentazioni».

18052724_10212560404474273_812635914_nMusica, recitazione e storia. Sarà questo il mix dell’evento che animerà la cittadina trasaccana, con l’obiettivo principale di sensibilizzare la popolazione, fin dalla tenera età, all’integrazione e all’uguaglianza, in nome di un futuro avviato, già da anni, sulla strada della convivenza multietnica e multi-religiosa. «All’ingresso dell’Auditorium saranno, inoltre, esposti alcuni lavori su vari aspetti della cultura armena, quali la storia, la cucina, l’abbigliamento, i costumi». «Le recite – aggiunge l’insegnante – concludono un progetto di ampio respiro iniziato mesi fa, con mirate lezioni dedicate alla storia del popolo armeno. L’Istituto Comprensivo di Trasacco, infatti, fa parte del circuito Scuole Amiche dell’Unicef, la referente per la nostra scuola è la professoressa Sabrina Palumbo. Questo progetto, rientra, proprio, nel piano di integrazione promosso dall’Unicef stesso. Ora, a ridosso della giornata mondiale in memoria del genocidio degli armeni, del 24 aprile, la recita dei ragazzi porterà a Trasacco la consapevolezza di nuove usanze, tradizioni e culture che sono differenti dalle nostre, ma non per questo inferiori o, addirittura, sbagliate».

«Ovviamente – conclude Lidia Cilli – le storie sulle quali abbiamo lavorato e che, quindi, verranno inscenate vertono su argomenti leggeri, del resto è il genere narrativo stesso della fiaba a richiedere una certa scioltezza. L’appuntamento di sabato 22 aprile è rivolto a tutti, speriamo che la popolazione parteciperà numerosa, per assistere ai frutti del lavoro dei piccoli studenti che, con impegno e genuina curiosità, si sono approcciati ad una realtà culturale diversa e poco conosciuta. Quella di un popolo fermo credente nella religione cristiana cattolica, al di là delle torture alle quali questa fede lo ha ingiustamente esposto». Un’occasione di crescita socio-culturale per piccoli e grandi, quindi, con la speranza che la conoscenza delle bellezza propria della diversità possa educare al rispetto dell’altro.

 

 

 

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