Un esemplare di cervo maschio è stato ucciso nella Valle Roveto, durante lo scorso fine settimana appena passato, da sette cacciatori, in gruppo, facenti parte della squadra della caccia la cinghiale, pratica che, proprio in questo periodo, non è stata ancora aperta. In questa fascia temporale, infatti, secondo i dettami della legge, è possibile praticare, da parte dei cacciatori regolari, esclusivamente la caccia ai volatili. Eppure, nemmeno l’inchiostro sanzionatorio della legge è riuscito a bloccare l’azione dei sette cacciatori che sono stati trovati, dai Carabinieri Forestali operanti, come assolutamente non attrezzati per la caccia a penna.
La loro intenzione di caccia, quindi, per i militari della Stazione di Canistro, è stata inequivocabile. I sette, al momento dell’arrivo dei Carabinieri Forestali sul posto, avevano già scuoiato, per parte loro, l’animale ucciso e lo avevano già appeso all’interno di un capanno di caccia.
A quel punto, i militari operanti hanno provveduto ad eseguire tutti gli accertamenti del caso, deferendo all’Autorità Giudiziaria, le persone in questione, una delle quali è stata anche rea confessa del fatto occorso. In questo caso, sono previste delle sanzioni penali, dettate dalla Legge speciale sulla caccia, la numero 157 del 1992 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), sanzioni enumerate all’articolo 30 dello stesso quadro normativo. Il cervo, in base allo scritto legislativo, è definito essere una specie non cacciabile. Si prevede anche un’ammenda a carico del responsabile, il sequestro delle armi, con fini di confisca, e la distruzione delle stesse. Il cervo ucciso, in questo caso, era un maschio di 4 anni, del peso di circa 2 quintali.
Il fatto è avvenuto precisamente a Capistrello, nei pressi dell’abitato, tra il Comune marsicano e la sua frazione di Corcumello.
L’esemplare è stato raggiunto da due colpi di arma da fuoco, uno mirato alla schiena e uno alla testa.