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Cialente a Biondi: “Menti sapendo di mentire”

Ex sindaco del capoluogo abruzzese risponde al primo cittadino, Pierluigi Biondi, sul megaparcheggio di Collemaggio

“È da tempo che mi astengo dall’ intervenire sulle questioni relative all’amministrazione della nostra città, per un misto di dolore, si dolore, frustrazione, rassegnazione, indignazione per i troppi silenzi, assordanti, rispetto alla giusta effervescenza popolare, di interlocuzione e spesso polemica, che avevano caratterizzato gli anni della mia amministrazione, da destra a sinistra”.

A scriverlo in una nota, l’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che risponde al primo cittadino, Pierluigi Biondi, sul megaparcheggio di Collemaggio.

“Oggi mi vedo però costretto a rispondere all’incredibile e confuso comunicato di Biondi sulla vicenda del megaparcheggio di Collemaggio, annosa vicenda risalente agli anni novanta, momentaneamente conclusasi in sede di Appello, ma che ancora si trascina in Cassazione”, sottolinea Cialente.

“Nel suo comunicato, pieno di ridicole ricostruzioni, conclude, mentendo sapendo di mentire, che noi avremmo lasciato cadere la cosa, rassegnati a perdere la causa ‘secolare’, ed aggiunge che ‘la causa sarebbe stata persa ed anzi adesso , con ogni probabilità si starebbe parlando dell’ultimo saldo da pagare per uno dei tanti accordi scellerati messi in atto da Cialente e dalla sua coalizione’. Mente sapendo di mentire per un semplice fatto: il ricorso in Appello, vinto dal Comune dell’Aquila, risale al 2015, e fu una nostra scelta, così come fu una nostra scelta non pagare subito le somme perché certi che avremmo ottenuto una profonda revisione delle somme nel giudizio di secondo grad – spiega –
Mente anche quando dice che non c’era copertura per i debiti fuori bilancio, visto che lasciammo cifre notevolissime per debiti ereditati dalle amministrazioni di centrodestra. Tutto documentato agli atti.
Tutta la strategia processuale è stata sempre condotta seguendo le indicazioni dei nostri dirigenti, dell’Avvocatura e della Ragioneria”.

“Spiace che nel comunicato, ambiguo e confuso, si lasci trasparire qualche responsabilità nella vicenda a carico del bravissimo dirigente di allora, Dottor Giannangeli, ora approdato alla Regione Abruzzo; come altri andati via dal Comune dell’Aquila – sottolinea – Perché il Sindaco se ne esce con questo comunicato, pieno di falsità, travisante la realtà? Due possibili spiegazioni. La prima è che, nonostante una finta tracotante sicurezza, il centrodestra comincia a respirare il fastidio fra i cittadini, la delusione e l’allontanamento degli elettori che lo avevano premiato. La riprova è nelle continue divisioni e polemiche, i tentativi dismarcamento da molte vicende delle diverse forze di maggioranza, e non ultimo la speranza del Sindaco, indebolito dalle ultime vicende, quali ad esempio la cacciata del DG della ASL Testa, di evitare di ricandidarsi per non doversi riproporre all’elettorato”.

“La seconda possibile spiegazione, che traspare nella narrazione della vicenda, come se si fosse trattata della madre di tutte le battaglie, di una vicenda drammatica, sta forse nel fatto che per lui, confinato nella precedente esperienza di Sindaco di un bellissimo centro, ma delle dimensioni di un condominio, ha vissuto la vicenda senza comprendere che per una città importante essa è abbastanza consueta e si affronta ascoltando, avendo un minimo di cultura amministrativa, i Dirigenti, risorsa fondamentale di grandi enti. Dirigenti che non si cacciano o allontanano, essendo servitori dello Stato”.

“Ps. A proposito di accordi scellerati: aver ceduto la caserma Rossi all’Agenzia del Demanio è stato un tradimento delle giuste attese e dei precedenti accordi intercorsi tra Comune e Ministeri. Quello si che è un accordo scellerato, tuttora inspiegabile – conclude – vicenda che però non sembra aver destato interesse tra i cittadini e le forze politiche“.

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