La problematica dei divari di genere nella società e nel mercato del lavoro è da tempo oggetto di grande attenzione della CISL. “Malgrado gli importanti passi in avanti compiuti, permangono ancora profonde disparità e forti resistenze, nella società e nel mercato del lavoro”, – denunciano Maria Pallotta, Segretaria Interregionale Cisl Abruzzo Molise e Barbara Tocco, la Coordinatrice di Genere della CISL AbruzzoMolise.
Il dato occupazionale Istat T3-2023 Nazionale medio è del 60,9%, nello specifico 70,9% uomo, 52.2% donna. In Abruzzo il dato occupazionale Istat T3-2023 medio è del 61.6%, nello specifico 72.2% uomo, 50.9% donna. In Molise il dato occupazionale Istat T3-2023 medio è del 55%, nello specifico 66.1% uomo, 43.7% donna. Dagli ultimi dati pubblicati dall’INPS qualche giorno fa, emerge che, non solo la popolazione femminile occupata risulta inferiore a quella maschile, ma forti dissimilarità emergono anche quando si osservano le retribuzioni annue. Le donne, a parità di attività lavorativa svolta, percepiscono una retribuzione inferiore rispetto agli uomini.
Inoltre, analizzando le percentuali di occupazione femminile per qualifica professionale, si evidenzia una distribuzione non simmetrica di uomini e donne nelle posizioni apicali, tipicamente caratterizzate da una maggiore retribuzione: solo il 21% dei lavoratori che ricoprono la qualifica di dirigente è costituito da donne.
Gli elementi che caratterizzano questo divario sono le differenze retributive e dei percorsi di carriera, le differenze contrattuali e la maggiore fluidità lavorativa, la diversa distribuzione del lavoro di cura in ambito familiare, le conseguenti ricadute di tutto ciò sui trattamenti previdenziali.
Spesso le donne si trovano costrette a dare minore disponibilità ad accettare straordinari, incarichi extra, trasferte, dimissioni al momento della gravidanza, restando conseguentemente indietro nei percorsi di carriera e rimanendo fuori dalla retribuzione variabile e dai premi di produttività. Si tratta di discriminazioni che avvengono, in piena legittimità, in una sorta di auto-discriminazione, che rende il fenomeno ancora più grave.
“Occorre, per la CISL, lavorare insieme, sinergicamente, per cercare di superare questo fenomeno potenziando i servizi all’infanzia e agli anziani, promuovendo con incentivi la contrattazione di secondo livello per sostenere le aziende che introducano elementi di politiche di genere ed inclusione con accordi sindacali, che introducono partecipazione ed una diversa organizzazione del lavoro, misure di flessibilità che favoriscano conciliazione vita-lavoro, promuovere un welfare contrattato per dare l’opportunità di condividere il lavoro di cura della famiglia, – affermano Pallotta e Tocco.
“C’è bisogno di una alleanza stabile tra uomini e donne affinché pari opportunità, diversità ed inclusione, cultura del rispetto, libertà di scelta, siano il nuovo substrato per mettere al centro della nostra azione quotidiana lavoro e donne”, – così hanno concluso Maria Pallotta e Barbara Tocco.
Comunicato stampa