Il cuore di Mario Capone, novantenne di Civitella Roveto, ha smesso di battere sabato 12 novembre. L’uomo, uno dei padri fondatori dell’Associazione Banda di Civitella Roveto, dopo una vita passata a suonare il vecchio trombone ‘da canto’, ha lasciato i suoi cari ed una comunità intera, quando il suo cuore ha deciso che quel battito sarebbe stato l’ultima nota del suo lungo spartito.
«È con immenso dolore che ho accolto la notizia della morte di Mario Capone», racconta Giovanni Piacente, maestro della Banda di Civitella Roveto, contattato dalla Redazione di InfoMediaNews. «Mario era uno dei fondatori della Banda di Civitella Roveto, musicista esperto nel suonare uno strumento forse oggi poco conosciuto, quale il trombone ‘da canto’. Si tratta di un particolare strumento tipico delle bande meridionali, ormai, purtroppo, in disuso», spiega il maestro.
Una musica amata e creata per una vita intera, o quasi. «Finché ha potuto – prosegue nel suo già nostalgico ricordo Giovanni – Mario ha continuato a suonare il suo strumento. Oltre alla sua importanza come fondatore della Banda, motivo di orgoglio del nostro paese, infatti, egli non si stancava mai di farne parte». Suonare assieme agli altri musicisti, dai quali era visto come un vero e proprio ‘maestro di musica’ e padre di vita, era il suo modo per sentirsi una delle unità del gruppo bandistico; un’unità fondamentale, come il ‘la’ di un brano musicale.
La sua Banda quindi, una creatura alla quale ha dedicato tempo, spazio, dedizione e passione, ha perso un pezzo di cuore. È ora orfana di quel padre che l’ha voluta fortemente, che ha creduto in un progetto e si è costantemente impegnato per realizzarlo e portarlo al successo. «Nonostante egli coltivasse la musica da amatore, ciò non gli ha impedito di fare dell’arte delle sette note una delle sue ragioni di vita».
Mario Capone non ha mai abbandonato la musica, neanche quando gli acciacchi del tempo lo hanno portato ad appendere il suo fidato trombone al chiodo o, meglio, a chiudere quello strumento, compagno di vita, nella sua scatola impolverata. Il pensiero per la sua Banda, infatti, lo spingeva comunque ad interessarsi sulle sue prossime tappe, a restare informato sugli avvicendamenti che ne vivacizzavano concerti e prove settimanali. Ecco perché neanche la musica lo ha mai abbandonato: «Lunedì pomeriggio, è stato celebrato il funerale dell’uomo. La Banda di Civitella Roveto era, ovviamente, presente. L’ultimo saluto che ci è sembrato doveroso regalare a Mario è stato quello della nostra musica», conclude Giovanni Piacente.
Mario Capone non c’è più, non su questa terra, almeno. Il cielo è, adesso, la sua nuova casa, ma le melodie del suo trombone risuonano ancora negli orecchi dei suoi compaesani e continueranno a risuonare a lungo. Eterno è il ricordo di chi spicca il volo da questo mondo, lasciando un paese intero col cuore colmo di pianto ma, anche, di musica.