Soccorso dopo un brutto incidente, avvenuto alla fine di giugno, e tenuto in osservazione all’Ospedale, ricoverato per sette giorni, il climber originario di Tagliacozzo, precipitato mentre scalava la falesia di Castellafiume, ora sta bene. Cerca di raccontare i minuti di quanto accaduto, di quanto vissuto sulla sua pelle e dalla sua mente. “Mi sono accorto di cosa stava succedendo in ogni instante dell’incidente. – racconta – Sono sfortune che possono capitare, in realtà, nonostante si usino tutte le precauzioni del caso, come dispositivi autobloccanti per assicurare l’atleta che scala. Al momento della caduta, mi sono accorto che stavo per toccare il terreno ed ho cercato di proteggere le parti più importanti del corpo, come mi hanno insegnato in tanti anni di scuola di arrampicata”. E’ importante avere a mente cosa può succedere quando si scala una parete e quando si fanno attività di questo genere.
Il climber era in compagnia della sorella e, insieme, stavano scalando nella falesia di Castellafiume. “Sono stato ricoverato in ospedale per sette giorni. Consiglio – dice – a chiunque voglia avventurarsi in questo sport, di farlo sempre con coscienza e di non sfidare mai la sorte perché, nonostante si faccia tutto in sicurezza, può sempre succedere qualcosa di brutto. Bisogna, inoltre, scalare sempre con la consapevolezza di essere di fronte ad un gigante, ossia la montagna, che, quando si sbaglia, non perdona!”.
Il giovane è stato soccorso dall’elicottero del 118 dell’Aquila e immediato trasportato all’Ospedale di Avezzano. “Per poter limitare i danni dopo una caduta, – conclude – occorre sempre usare tutti i dispositivi di protezione individuale: non eliminano il
rischio, ma di certo lo abbassano molto”.