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Colapietra: “L’Aquila perde uno dei suoi figli più illustri”

Il messaggio di cordoglio del Pd: "Una perdita incolmabile"

“L’Aquila perde uno dei suoi figli più illustri: ci ha lasciato, all’età di 92 anni, lo storico Raffaele Colapietra; era nato di mercoledì, il 24 novembre 1931, ‘alle 10 di sera in via Cascina, nel quarto di Santa Maria, battezzato a Santa Maria Paganica, con radici dunque molto profonde in città’, come amava raccontare”.

Inizia così il messaggio di cordoglio arrivato dal Partito democratico.

“Una perdita incolmabile: lo storico e studioso è stato un simbolo di indipendenza intellettuale e di spessore civile – aggiungono – Colapietra ha attraversato un pezzo di storia dell’Aquila, di cui conosceva vizi e virtù, corsi principali e stretti vicoli, piazze, cortili di palazzi nobiliari e chiostri che ne raccontano secoli di vita”.

Docente di storia moderna presso l’Università di Salerno fino al 1990, Colapietra ci donato saggi fondamentali sulla storia sociale e sulle classi dirigenti del Mezzogiorno italiano in età moderna e contemporanea, occupandosi, con passione, della Napoli vicereale, di Masaniello, della transumanza nonché dei partiti politici italiani fra XIX e XX secolo.

All’Abruzzo, e alla sua L’Aquila in particolare, ha dedicato diverse monografie, oltre a numerosi articoli.

Insignito dall’Università degli studi D’Annunzio dell’Ordine della Minerva, fu tra i simboli del post terremoto, fieramente unico nel voler continuare ad abitare la sua casa in centro città sebbene gravemente lesionata dal sisma del 6 aprile 2009.

Vogliamo ricordarlo con le sue parole, scrivono dal Pd, parole di amore per la città dell’Aquila che non aveva mai voluto celebrare in modo vuoto e retorico: “La sorte ha fatto sì che io non avessi, nella mia lunga vita, il conforto di una vicinanza femminile giovanile: non ho avuto una sorellina, non ho avuto una figlioletta da proteggere. Questo è stata L’Aquila per me, una figlioletta da difendere: rispetto all’Aquila, sono sempre stato nella posizione di chi deve aiutarla, e non mi sono mai inebriato delle sue magnifiche sorti e progressive; la città deve essere innanzitutto amata e rispettata, non glorificata in forme dissennate altrimenti si perde il senso delle proporzioni e si sfiora il ridicolo. E che debba essere ridicolizzata mia figlia, mia sorella, santo iddio proprio no. L’aquilanitas è la cosa più vuota che possa esistere, una espressione astratta, senza senso, di cui purtroppo si fa largo uso. Piuttosto, avrei voluto che le cose veramente aquilane venissero valorizzate, che si conoscesse meglio la storia della città”.

Proveremo a trarre ancora insegnamento dal suo pensiero.

Per ora, grazie Professor Colapietra. Addio.

Immagine del quotidiano Il Messaggero

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