L’accordo per garantire la produzione di pasta al 100% italiana venduta con marchio Voiello è un importante contributo per salvare il grano italiano con le semine 2017 che sono crollate del 7,3% per la scomparsa di centomila ettari coltivati.
È quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’accordo siglato dalla Barilla con gli agricoltori italiani tra cui anche numerose aziende cerealicole abruzzesi.
Una iniziativa che coinvolge direttamente anche FDAI (Filiera degli Agricoltori Italiani) promossa dalla Coldiretti che garantisce l’origine e la qualità Made in Italy della materia prima. La situazione per la coltura più diffusa in Italia è difficile – sottolinea la Coldiretti – sull’intero territorio nazionale con la riduzione delle semine che varia dal -11,6% nel Nord-Est al -5,4% nel Centro mentre nel Sud e Isole si registra un -7,4% che desta molta preoccupazione se si considera che la coltivazione è concentrata prevalentemente nel meridione dove Puglia e Sicilia rappresentano da sole quasi la metà della produzione nazionale.
Una congiuntura drammatica determinata dal crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che nella campagna 2016 sono praticamente dimezzati per effetto delle speculazioni e della concorrenza sleale del grano importato dall’estero e poi utilizzato per fare pasta venduta come italiana. Una realtà che – denuncia la Coldiretti – rischia di essere favorita dall’approvazione da parte dell’Europarlamento del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) con il Canada che rappresenta il primo esportatore di grano duro in Italia.
L’accordo dovrà essere ratificato dal Parlamento nazionale contro il quale – precisa la Coldiretti – rischia di scatenarsi una nuova guerra del grano. In pericolo non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy.
Coldiretti ricorda inoltre che in Abruzzo, destinati solo alla coltivazione del grano duro, ci sono circa trentamila ettari per una produzione totale in quintali di oltre un milione di quintali di frumento duro.
Da qui la necessità – conclude Coldiretti – di accelerare sul percorso di ratifica ed entrata in vigore dell’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta. Lo schema di decreto, frutto della battaglia del grano lanciata da Coldiretti e condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, è stato inviato alla Commissione Europea a Bruxelles.
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