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Commercianti sfiniti dalla crisi: “Ormai siamo diventati gli untori d’Italia”

"Segnalano i bar, ma vanno nei centri commerciali. La dignità del lavoro, in un paese civile, non dovrebbe mai essere tolta". Appello al sindaco di Sulmona da parte delle attività commerciali del suo Comune.

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“Stiamo solo cercando di sopravvivere e mandare avanti le nostre famiglie, invece ci sentiamo trattati come fossimo lì a delinquere“.

Questo è lo sfogo, ripreso anche dall’Ansa Abruzzo, che arriva dai commercianti di Sulmona dell’associazione ‘Oltrelasaracinesca’ che, attraverso il loro presidente Venanzio De Panfilis, chiedono un immediato confronto con il sindaco e le forze dell’ordine.

“Abbiamo tutti contro ormai, nemmeno fossimo degli assassini. Avevamo chiesto il supporto alle istituzioni e alle forze dell’ordine – dicono riferendosi alle difficoltà causate dalla pandemia – invece il supporto si è trasformato in accanimento terapeutico verso un malato terminale. Non ci stiamo e chiediamo, pertanto, un immediato confronto con il sindaco e le forze dell’ordine”.

“In un anno abbiamo lavorato sì e no quattro mesi senza restrizioni – proseguono i commercianti di Sulmona – perché, secondo il Cts, saremmo gli untori d’Italia, ma i contagi non diminuiscono. Alle persone che continuano a segnalare alle forze dell’ordine, quando vedono tre o quattro persone davanti a un bar, chiediamo di non chiudere gli occhi quando vanno nei vari centri commerciali e supermercati. Non siamo delinquenti, stiamo solo cercando di lavorare per mandare avanti le nostre famiglie, ma siamo trattati come i peggiori criminali”.

I soci di ‘Oltrelasaracinesca’ si chiedono quale sia il senso di appartenere a questa società.

“La dignità al lavoro non è qualcosa che qualcuno può concedere, ma, in un Paese civile, dovrebbe essere qualcosa che nessuno può togliere“, concludono i commercianti.

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