L’aggregato riciclato derivante dalle operazioni di triturazione delle macerie raccolte da Aciam, l’azienda consorziale di igiene ambientale presieduta da Lorenza Panei, nei territori comunali di Campotosto, Capitignano e Montereale, ha ottenuto la marcatura CE per il reimpiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade. Grazie a questa certificazione sarà più facile procedere al recupero in edilizia civile dei materiali inerti prodotti dall’impianto di triturazione situato nell’SDTI di Mozzano, nel Comune di Capitignano.
«Una certificazione preziosa, a pieno vantaggio dell’ambiente – spiega l’amministratore delegato Alberto Torelli – Stiamo procedendo secondo il tabellino di marcia, con l’obiettivo di restituire nel minor tempo possibile i territori alle comunità, un incarico di cui tutti noi, dagli uffici agli addetti sul campo, che ringrazio tutti per la professionalità e la dedizione con cui operano, avvertiamo appieno la responsabilità».
Il materiale è conforme alla norma EN 13242:2008 «Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade». L’impianto attivato da Aciam dopo l’assegnazione dei lavori può trattare 640 tonnellate giornaliere di materiali, per un totale di 120mila tonnellate annue. La fase operativa è entrata nel vivo a pochi mesi dalla definizione dell’accordo siglato dal dottor Alberto Torelli e il sindaco di Campotosto, Luigi Cannavicci, Massimiliano Giorgi, sindaco del Comune di Montereale, Maurizio Pelosi, sindaco del Comune di Capitignano, frutto di un lungo lavoro condiviso tra Azienda, Regione, amministrazioni locali e protezione civile. Il lavoro nei siti ha incluso, tra le fasi preliminari, la valutazione degli elementi di valore storico/archeologico da salvaguardare, selezionati e messi in sicurezza dai professionisti dell’Aciam, opportunamente formati, con il coordinamento di specialisti della Soprintendenza e di archeologi abilitati e incaricati dall’Azienda. Ogni manufatto di valore storico – pietre angolari, chiavi e altri elementi architettonici peculiari, da riutilizzare poi in fase di ricostruzione – è stato censito, microchippato e catalogato, al fine di garantirne la tracciabilità. Gli addetti dell’Aciam operano sul posto una prima selezione dei materiali e avviano gli stessi al deposito temporaneo, dove sono sottoposti a un’ulteriore differenziazione e dove, dopo essere stati pesati e registrati, vengono convogliati all’impianto di triturazione mobile, da dove i materiali residui sono inviati alle destinazioni finali per il recupero o lo smaltimento.
Fonte: Aciam Spa
Foto di: INFO MEDIA NEWS