La pandemia ha fatto registrare un calo delle compravendite immobiliari nelle regioni italiane nel primo anno della pandemia.
L’Abruzzo non fa eccezione, con un calo rilevato al termine del 2020 del 9,5%.
Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro realizzata su elaborazione di dati del Rapporto Immobiliare 2021, l’ultimo divulgato dall’Agenzia delle Entrate. Nel 2020 la stima del valore di scambio della compravendita degli immobili residenziali ammontava a 89.058 milioni di euro a livello nazionale. L’1,3% è la quota compravendite registrata in Abruzzo.
In calo anche i mutui ipotecari. Il totale del capitale erogato nella Penisola nel 2020 è 35.886 milioni di euro. Confrontando i dati con l’anno precedente si riscontra un calo del -1,8%.
Questo ha provocato delle modifiche al tasso di interesse medio, attestato intorno all’1,93% nel 2020 sul suolo nazionale. In Abruzzo, sempre secondo Impresa Lavoro, il tasso è stato dell’1,99%.
Il valore massimo della rata mensile si registra in Lazio (691 euro) e in Valle d’Aosta (659 euro). Rate al di sotto dei 500 euro in Basilicata (482 euro), in Abruzzo (471 euro), in Calabria (464 euro), Umbria (450 euro) e Molise (446 euro).
Secondo il rapporto dell’Osservatorio Immobiliare del Gruppo Tecnocasa, le quotazioni sono stabili nella provincia dell’Aquila, ma in calo nelle province di Chieti, Teramo e Pescara. Negli ultimi 2 anni – rileva Immobiliare.it – il prezzo medio nella regione Abruzzo ha raggiunto il suo massimo nel mese di maggio 2020, con un valore di 1.336 euro al metro quadro. Il mese in cui è stato richiesto il prezzo più basso è stato dicembre 2021: per un immobile in vendita sono stati richiesti in media 1.272 euro al metro quadro.