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Confcommercio: le donne d’impresa chiedono spazio e tempo

Nella sede nazionale di Confcommercio, si è tenuto il Forum annuale “Donne, Imprese, Futuro – Spazi e Tempi”. In Italia, la partecipazione femminile al mercato del lavoro è distante dai livelli Ue.

Nella sede nazionale di Confcommercio, si è tenuto il 30 ottobre scorso il Forum annuale “Donne, Imprese, Futuro – Spazi e Tempi”, organizzato dal Gruppo Nazionale Terziario Donna Confcommercio. I lavori sono stati aperti dagli interventi del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli e della presidente di terziario Donna, Anna Lapini.

La “voce” della politica è stata rappresentata da Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nel corso della giornata, Barbara Capponi, giornalista della Rai, ha moderato una tavola rotonda con Manuela Perrone, giornalista del Sole 24 Ore, Azzurra Rinaldi, Direttrice della School of Gender Economics Unitelma Sapienza, Lucia Tanti, Vicesindaco di Arezzo con deleghe alle Politiche sociali, Famiglia, Scuola, Sanità, Paolo Testa, Responsabile settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio. I numeri dell’imprenditoria femminile sono stati illustrati dalla consueta analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio e raccontati dal direttore Mariano Bella.

Con oltre 3,5 milioni di nuovi occupati negli ultimi 30 anni, il terziario di mercato in Italia si conferma il principale settore a creare crescita e occupazione e il 68% delle imprenditrici italiane, oggi, opera in questo settore; inoltre l’incidenza delle donne imprenditrici sul totale degli imprenditori (donne e uomini) è maggiore nel terziario di mercato (36,2%) rispetto al totale economia (30,6%); tuttavia, oggi in Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i 15 e i 74 anni è ancora lontano dai livelli europei (nel 2023 è pari al 49,3% contro il 61,8% della Ue a 26), un divario che aumenta nel tempo (da 11,6 punti percentuali del 2018 a 12,5 del 2023) e che rappresenta uno dei principali problemi per la crescita di lungo termine del nostro Paese: infatti, se l’Italia avesse un tasso di partecipazione femminile pari a quello europeo si avrebbero quasi 2,8 milioni di occupate in più (di cui il 68% al Sud) e un incremento di un punto percentuale della quota di imprenditrici nel terziario di mercato (es. dal 36,2% al 37,2%) genererebbe circa 2 miliardi di euro di Pil in più; inoltre, all’aumentare del tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro corrisponde un incremento del tasso di fertilità. Un aumento dell’occupazione femminile, quindi, oltre a contribuire a migliorare il bilancio demografico dell’Italia, favorirebbe la crescita economica complessiva. Nel Mezzogiorno, in particolare, provvedimenti di decontribuzione o anche la ZES unica potrebbero favorire una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro migliorando così la prosperità economica di quest’area.

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