È quanto risulta dal Rapporto Nazionale dell’Agenzia Italiano del Farmaco, l’Aifa. Mentre nel resto d’Italia il consumo degli antibiotici a carico del Servizio Sanitario Nazionale tende a diminuire in media dello 0,3% soprattutto nel Sud, l’Abruzzo sembra essere fortemente in controtendenza, risultando la regione italiana con l’incremento più marcato pari al 3,7%.
Il rapporto, dedicato agli antibiotici ad uso umano, consente di monitorare l’andamento dei consumi e della spesa in Italia e al contempo di identificare le aree di potenziale inappropriatezza d’uso. Le analisi presentate riguardano l’uso degli antibiotici in regime di assistenza convenzionata, con focus sui consumi nella popolazione pediatrica. Oltre all’analisi sull’uso degli antibiotici in ambito ospedaliero, è stata inclusa anche quella sull’acquisto privato di antibiotici di fascia A e la valutazione degli indicatori di appropriatezza prescrittiva.
Anche per quanto concerne la spesa gli incrementi maggiori sono stati registrati in Abruzzo e Molise con un aumento del 5,5% e Liguria con +4,5%, mentre Sardegna, Veneto e Puglia sono le Regioni con la maggiore riduzione rispetto all’anno precedente. L’analisi per area geografica ha confermato un maggior consumo al Sud e nelle isole e al Centro, rispetto al Nord.
La situazione italiana è critica sia per quanto riguarda la diffusione dell’antibiotico – resistenza sia per il consumo degli antibiotici. Nonostante infatti il trend in riduzione, il consumo continua a essere superiore alla media europea, con una grande variabilità tra le regioni.
Un consumo troppo spesso inappropriato, rischioso e per la salute e per l’ambiente, comportando un rischio anche per il possibile rilascio nell’ambiente di residui di questi medicinali che possono contaminare acqua, suolo e vegetazione. Risulta pertanto fondamentale un approccio cosiddetto “one health”, che non si limiti alla sola salute umana o animale ma promuova interventi coordinati nei diversi ambiti, inclusa l’agricoltura e l’ambiente.