L’Aquila, nonostante la ricostruzione ancora in atto a seguito dell’evento sismico del 2009, vanta la più bassa percentuale di suolo consumato sul territorio comunale tra le città prese in esame.
È uno dei dati che emerge dal Rapporto “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale” curato dal Sistema nazionale di protezione ambientale (SNPA) che, per la prima volta, presenta una lettura dei trend ambientali delle 20 città capoluogo di regione e di Bolzano, nell’arco temporale di 5 anni.
Tre le chiavi di lettura individuate: vivibilità, circolarità e resilienza ai cambiamenti climatici, al fine di fotografare la transizione dei capoluoghi italiani verso la sostenibilità urbana. Nel quinquennio analizzato (2016-2020), il capoluogo abruzzese si attesta intorno al 5% di consumo di suolo, la più bassa percentuale tra i capoluoghi di regione, mentre con il 66% è Torino a detenere il valore massimo del campione, indice di una configurazione spaziale tendente alla saturazione, seguita da Napoli con il 62%. “Ancora una volta – dichiara il direttore generale di Arta Abruzzo, Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, Maurizio Dionisio – dal rapporto emerge la fotografia di un Paese ancorato a vecchi modelli di sviluppo legati a dinamiche territoriali basate su nuovi insediamenti. Nonostante il dato confortante riferito a L’Aquila, anche l’Abruzzo ha degli elementi su cui porre attenzione, con un dato di consumo di suolo per il 2019 superiore a 53 ettari, mentre gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite chiedono di non aumentare il degrado del territorio al 2030 e quelli dell’Unione Europea prevedono di azzerare il consumo netto di suolo al 2050”. Sul fronte della circolarità, il capoluogo d’Abruzzo mostra buone performance su diversi ambiti e una specifica criticità nel settore della mobilità e dei trasporti. In particolare, pur risultando ancora bassa la percentuale di raccolta differenziata nel 2019 (36,8%), nell’arco del quinquennio (2015-2019) si è rilevata una crescita costante, con un incremento pari al 9,4% e un +1,2% nell’ultimo anno.