Gli uomini impegnati nelle ricerche dei 4 escursionisti dispersi a Valle Majelama da domenica scorsa stanno valutando se riprendere le ricerche nella giornata di domani.
A causa del maltempo, infatti, le operazioni sono state interrotte questa mattina – verso le 11,30 – e non riprenderanno nel pomeriggio.
Domani è prevista la riunione del tavolo tecnico di coordinamento con la Prefettura dell’Aquila in cui si deciderà come e se procedere nei prossimi giorni, in vista delle condizioni avverse del tempo previste per le prossime 48 ore.
Intanto nel corso della riunione di questa mattina tra i referenti di tutti i Corpi speciali coinvolti nelle operazioni di ricerca, era stato inizialmente deciso di far salire 4 soccorritori con l’ausilio manuale del sonar Recco, per cercare nella parte un po’ più bassa di Valle Majelama.
La ricerca prioritaria resta quella dell’area della valanga – come precisato dal Soccorso Alpino Nazionale – ma verranno comunque eseguiti altri controlli in Valle Genzana, una delle aree “indicate” dal sonar.
Zona comunque già battuta più volte, sia nei giorni scorsi che ieri sera.
Paolo Di Quinzio, delegato regionale del Soccorso Alpino e Speleologico, spiega ai microfoni di Info Media News, come funziona questa tecnologia, lanciando anche un appello alla stampa: “Vi prego di dare un’informazione corretta sull’utilizzo della strumentazione Recco e su quanto emerge nelle giornate di lavoro”.
“Questa mattina – sottolinea – abbiamo mandato delle squadre da terra; è previsto un lavoro da parte dell’aeromobile dei vigili del fuoco per quelle zone in cui la neve si sta ritirando. Abbiamo lavorato con tre ‘sonar’ Recco manuali. Questa apparecchiatura viene utilizzata in Abruzzo e sul territorio nazionale già da molti anni: si tratta di una sonda che risponde a un segnale, proveniente da una ‘piastrina Recco’ che si trova su molti capi di abbigliamento e calzature sportivi e invernali; se c’è rispondenza di un segnale, un impulso torna all’operatore che lavora con una cuffia, o all’interno di un elicottero dotato di un apposito sistema e che riesce a captare un suono di risposta, permettendoci di circoscrivere man mano un’area“.
“Recco però non ci dà alcuna certezza che sotto ci sia qualcosa, sarà sempre il personale tecnico che dovrà recarsi sul posto per controllare che sia una reale rispondenza del segnale”, precisa.
Questo perché il sonar in questione – in base a quanto appreso dagli uomini del Soccorso Alpino – traccia anche altri oggetti metallici, sono diversi i segnali captati in questi giorni, ma nessuno ad oggi ha dato un esito positivo nelle ricerche.
“Le piastrine Recco, infatti, vengono messe anche nei portachiavi e quindi potrebbe essere anche del materiale perso in altre attività – spiega ancora Di Quinzio – Le notizie devono quindi essere date solo al termine dell’attività di verifica. La sonda Recco che ha lavorato ieri – la grande strumentazione montata nella parte inferiore dell’elicottero – è tornata in Valle d’Aosta, ma non è escluso che nei prossimi giorni possa tornare giù per ulteriori controlli e valutazioni”, conclude.