“Come sto? Come in guerra quindi combattiamo”. Lo ha raccontato all’Ansa il governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio, in isolamento a Roma da qualche giorno –
“Oggi ha effettuato il tampone – ha aggiunto il governatore – Ma lavoro di più di prima, non riesco a staccare un attimo anche volendo, tra telefonate, video conferenze ed altro. Ma mi conforta che stiamo facendo da giorni un duro lavoro in Abruzzo, come se la vera emergenza, quella tosta, fosse già arrivata. E quindi siamo in fase di contenimento: non so se siamo stati più bravi o fortunati, ma penso tutte e due le cose”, spiega riferendosi ai quasi 40 casi di positività registrati fin qui in Abruzzo.
“Certo, superata questa lezione, dovremo ripensare un modello sanitario più adatto alla modernità, così come dovremo riflettere su certi modelli produttivi, magari recuperando quel minimo di autonomia nazionale che il mio partito (Fd’I), da tempo chiede, una quantità minima di interesse nazionale che in queste ore mi sembra emerga con chiarezza. Uno Stato nazionale generatore di una offerta di sicurezza nei confronti dei cittadini, perché scoprire che le mascherine le producono solo in Cina ti fa capire molte cose. Ma è – conclude Marsilio – un auspicio di aumento di logica continentale quella che servirebbe: così come in queste ore le stesse regioni che hanno cultura autonomista hanno ritenuto giusto che lo Stato intervenga su compiti comuni”.