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Coronavirus, parla l’infermiere di Trasacco: “Situazione critica”

In quarantena, come previsto dall'ordinanza ministeriale. Luigi Mascioli, raggiunto dalla Redazione di InfoMediaNews, infermiere di origini trasaccane, specifica: "Ho seguito un iter obbligato tramite medico competente".

Abbiamo i numeri e, visti da soli, senza contorno allarmistico, comunque generano lo stesso preoccupazione. Ad oggi, sono 132 le persone in Italia risultate positive al Coronavirus, di cui 89 in Lombardia. Sono 10 in totale, invece, i Comuni del territorio Lodigiano, appunto nella Regione Lombarda, messi in quarantena per precauzione e per limitare il contagio.

Si tratta di una quarantena obbligata, quindi, decisa, ovviamente, in sede ministeriale ed estesa anche al personale sanitario ospedaliero.

L’infermiere Luigi Mascioli, originario di Trasacco ma residente a Lodi, ci tiene a precisare: “Svolgevo servizio come infermiere all’Ospedale di Codogno, sfortunatamente, nel giro di qualche giorno, divenuto tristemente noto alla cronaca. La mia quarantena è obbligatoria, così come quella di tutto il personale sanitario che è stato in contatto con i pazienti. E’ scoppiata l’emergenza e gli organi superiori si sono attivati. Tutto il personale sanitario dell’Ospedale di Codogno è stato messo in quarantena perché ha trattato, io compreso, tutti i casi che si sono verificati per l’appunto a Codogno. Dovrò a breve fare i tamponi”.

Una situazione sicuramente critica, quella dell’attuale condizione sanitaria vissuta ad ampio raggio nel Comune di Codogno, tuttora in evoluzione. Un Comune, assieme a quelli di Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano, rientrato nella cerchia dei “protetti” e attenzionati.

Al lavoro, ci sono i 60 sindaci dei Comuni lodigiani. Le prescrizioni ufficiali, per il momento, si rivolgono ai residenti dei 10 Comuni sotto osservazione ed oggetto dell’ordinanza emanata del Ministero della Salute. Queste parlano di “attenersi rigorosamente alle disposizioni contenute nella stessa”.

“Come infermiere – aggiunge il giovane professionista della sanità – è giusto agire sulle zone ancora non colpite, istruendo le persone sul giusto atteggiamento da seguire e mettere in atto, proprio per evitare contagi, come indossare le mascherine ed evitare i luoghi affollati. Io penso che sia sufficientemente pericoloso come virus, specialmente per i bambini e le persone anziane; per questo motivo, in alcuni casi, può essere anche mortale vista la fragilità di questa tipologia di possibili pazienti”.

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