L’Italia è col fiato sospeso. Il Coronavirus è arrivato nel nostro Paese; al momento, in base all’ultimo bollettino diramato da fonti ufficiali alle ore 12 di oggi, sono 219 i casi accertati. Sei persone che avevano contratto il virus sono invece morte. La Lombardia è il focolaio più allarmante, con il maggior numero di contagi accertati.
“Sono una ricercatrice universitaria e ci è arrivata la comunicazione che tutte le lezioni, gli esami, le conferenze sono state annullate fino al 29 febbraio in via precauzionale. Trovo la decisione appropriata anche se non smetterò certo di lavorare, lo farò da casa!”.
A parlare è Anastasia Nanni, una giovane ricercatrice di Avezzano, che lavora all’Università Bocconi come PhD Candidate presso il Dipartimento di Marketing, e che vive stabilmente a Milano da diversi anni.
Le abbiamo posto delle domande semplici, di quelle che si farebbero ad un’amica, per sapere come sta affrontando la situazione generata dall’emergenza nazionale Coronavirus.
In queste ore, nel capoluogo lombardo, sono state chiuse scuole, cinema, teatri e sospesi tutti gli eventi, come da decreto ministeriale. Anastasia sta evitando di uscire e ha fatto scorta di acqua e latte per essere pronta, in caso di quarantena.
Una situazione che sfiora la psicosi collettiva, frutto di un’emergenza che tiene banco da alcuni giorni.
“Sulle vetrine di alcune farmacie si leggono cartelli con su scritto “non abbiamo mascherine””, dice e aggiunge che nei supermercati non si trovano più i gel disinfettanti di un noto marchio.
La giovane ricercatrice ci confessa di essere preoccupata solo per una possibile quarantena di 14 giorni, perché causerebbe molti problemi come ad esempio la mancanza di scorte ed il blocco di tutte le attività.
Dalle parole di Anastasia si intravede, tuttavia, una Milano che continua a vivere la sua vita normalmente, tanto che descrive il parco di fronte a casa sua come pieno di genitori e di bambini che giocano.
Un aspetto umano, però, è cambiato, vale a dire una maggior accortezza nell’approccio con gli altri, ed ecco che si gira con il disinfettante sempre pronto all’uso e si evita, per il momento, di spostarsi con i mezzi pubblici.