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Coronavirus, scarcerazione boss mafiosi: preoccupazione di Cgil

Il segretario Massafra: " Vorremmo però sapere che cosa abbia spinto il giudice delle misure cautelari del tribunale di Milano a concedere i domiciliari ad un boss condannato per mafia”

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“Il diritto alla salute è un diritto fondamentale riconosciuto dalla Carta Costituzionale e va garantito a chiunque. Vorremmo però sapere che cosa abbia spinto il giudice delle misure cautelari del tribunale di Milano a concedere i domiciliari ad un boss condannato per mafia”. Così il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra.

“In questa fase di pandemia – prosegue il dirigente sindacale – abbiamo richiamato più volte la necessità di organizzare regole e condizioni logistiche tali da garantire la salute e la sicurezza degli operatori, evocando provvedimenti che considerassero una alternativa alle misure detentive per coloro che abbiano commesso reati minori, con pochi anni di pena da scontare. Mai tuttavia avremmo pensato di mettere in discussione i capisaldi del nostro ordinamento”.

“Noi tutti, magistratura compresa, – sottolinea Massafra – conosciamo benissimo le ragioni che hanno introdotto nel nostro ordinamento il carcere duro per tutti coloro che sono condannati per reati di stampo mafioso. La pericolosità dei boss la si rende nulla se viene impedito loro ogni possibilità di contatto con l’esterno del carcere. A questo assunto non possiamo mai derogare in nome delle vittime di mafia e di tutti coloro che hanno pagato con la vita il loro impegno per combatterla, in nome dello Stato Democratico”.

“Richiamiamo pertanto la Politica e il Governo – aggiunge il segretario confederale della Cgil – ai suoi doveri, che in questa fase di pandemia riguardano la necessità di occuparsi della situazione delle carceri, tanto quanto la fermezza nel perseguire e applicare la legge nei confronti di chi si macchia di reati di mafia”.

“La Cgil – conclude Massafra – esprime preoccupazione per quanto sta accadendo e sollecita la Commissione antimafia e il ministro della Giustizia ad intervenire in modo adeguato e sollecito”.

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