Continua a ritmo serrato il lavoro della Commissione sui tribunali non provinciali coordinata dal Presidente Giuseppe Di Pangrazio. Ieri, 2 febbraio, mattina all’Emiciclo si è tenuto il terzo incontro che prevedeva una serie di audizioni degli ordini professionali della provincia dell’Aquila e di Chieti.
Alla riunione hanno preso parte, oltre al Presidente Di Pangrazio, anche i quattro Presidenti dei Tribunali non provinciali oggetto del riordino. Nell’ordine sono stati auditi Elio Masciovecchio (Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila), Francesco Blasini (Presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro della Provincia dell’Aquila), Edoardo Compagnoni (Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia dell’Aquila), Claudio Bottone (Presidente del Collegio dei Geometri della Provincia di Chieti) e Luigi D’Alessandro (Componente del Collegio dei Geometri della Provincia dell’Aquila).
«Anche oggi abbiamo tenuto delle audizioni interessanti che hanno portato un valore aggiunto ai lavori- afferma Di Pangrazio – pertanto continueremo con l’opera di ascolto del territorio perché in queste sedute sono state sollevate questioni che la Commissione ha ritenuto contributi importanti. Come riferito dagli Ordini professionali – aggiunge Di Pangrazio – la soppressione dei tribunali minori comporterebbe un accentramento delle loro attività professionali sulle città dell’Aquila oppure di Chieti, con la possibilità che i professionisti delle aree interne vedrebbero ridursi gli spazi dell’attività lavorativa che è connessa e legata a quegli incarichi che conferiscono gli stessi tribunali di Vasto, Avezzano, Lanciano e Sulmona»
Questo pericolo di una diminuzione delle attività lavorativa è stato uno dei punti che ha accomunato le relazioni degli ordini professionali, che hanno inoltre lanciato l’allarme di un aumento dei costi per i cittadini, derivante da tariffe autostradali, costo degli spostamenti, maggiore tempo, che professionisti e cittadini dovrebbero sostenere nel recarsi in tribunali molto distanti (in alcuni casi anche più di 150 km) dalla sede delle loro attività, per prestazioni come consulenze o perizie tecniche, anche questo vuol dire impoverimento economico dei territori.
«L’accentramento verso le aree di maggiore urbanizzazione, non solo comporterebbe un congestionamento dei flussi verso le città da parte dei professionisti, ma avrebbe di ritorno un effetto spopolamento delle aree interne, sempre più lasciate senza servizi locali ed in questo caso di presidi statali. I più penalizzati- spiega Di Pangrazio – sarebbero i giovani professionisti che all’inizio della carriera avrebbero maggiori difficoltà ad ammortizzare i nuovi oneri e sarebbero inevitabilmente spinti a spostare attività e nuclei familiari dalle zone interne verso le sedi dei tribunali accorpanti».
In ultimo non è da sottovalutare il problema del lavoro sommerso e del fenomeno del caporalato presente nella Marsica, problema comune anche agli altri territori. Come ricordato dal dottor Blasini, «senza questi tribunali, la cui presenza ed attività rappresenta un forte deterrente, questi fenomeni sono destinati ad aumentare nel corso degli anni, ledendo diritti ed impoverendo il territorio».
Fonte: Regione Abruzzo
Foto di: Regione Abruzzo