“Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”.
Al culmine della settimana di mobilitazione anarchica per Alfredo Cospito, con attentati a sedi diplomatiche, molotov contro un commissariato di polizia, busta con proiettile inviata ad un magistrato e disordini di piazza, Palazzo Chigi sbarra la strada ad ipotesi di clemenza per il 55enne detenuto col 41 bis nel carcere di Sassari.
“Azioni del genere – assicura la Presidenza del Consiglio – non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici”.
Non ci sta il legale dell’anarchico, Flavio Rossi Albertini, che evoca il dibattito sulla linea della fermezza per il sequestro Moro: “l’esecutivo sembra fermo al marzo del 1978. Qui non si discute se cedere alle pressioni ma se ricorrono le condizioni per mantenere il mio assistito al 41 bis”.
Cospito è arrivato al 102esimo giorno di sciopero della fame: ha perso 40 chili, è anche caduto fratturandosi il setto nasale e le sue condizioni di salute, ha riferito il Garante nazionale per le persone private della libertà, Mauro Palma, sono “in progressivo deterioramento”.
Da qui la richiesta di trasferirlo “in tempi rapidi” in un altro carcere, dotato di una struttura “in grado di garantire un immediato intervento” sanitario se la situazione dovesse peggiorare. Il medico di fiducia dell’uomo ha rilanciato l’allarme: “ha valori di potassio molto bassi e ha perso un ulteriore chilo, ora pesa 73 kg. Abbiamo aumentato la terapia per evitare aritmia e fibrillazione cardiaca che potrebbero essergli fatali. Va trasferito in una struttura adeguata”.
Il trasferimento è una delle possibilità sul tavolo. È un atto amministrativo disposto dal Dap, sulla base di un parere medico. Non si toccherebbe la pena, che resta il carcere duro. Il legale ha presentato un ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha respinto un reclamo contro l’applicazione del 41 bis per 4 anni. L’udienza sul caso è stata anticipata al 7 marzo per l’anarchico che sta scontando condanne per la gambizzazione nel 2012 del dirigente di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi e per l’attentato del 2006 alla Scuola allievi Carabinieri di Fossano. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, martedì in commissione Giustizia della Camera risponderà ad interrogazioni parlamentari sul caso. Il Guardasigilli ha assicurato che segue “con la massima attenzione” la vicenda, ricordando come spetti all’autorità giudiziaria poter disporre di una sospensione della pena o chiedere al ministro una revoca del regime speciale. E dai magistrati – al momento – non sono arrivati segnali. L’escalation di azioni anarchiche ha però ulteriormente irrigidito il Governo di centrodestra.
“Lo Stato – ha scandito il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – non si lascerà mai intimidire e condizionare da queste azioni del tutto inaccettabili, nella convinzione che nessuna rivendicazione o proposta possa essere presa in considerazione se viene portata avanti con questi metodi, ancor più se rivolti contro le forze dell’ordine”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “Da parte del Governo – ha rilevato – c’è la massima fermezza a respingere ogni tentativo di intimidazione e violenza, e attenzione a non sottovalutare alcun episodio violento”. Per il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, gli attentati di questi giorni “sono la prova più evidente della necessità del mantenimento del 41 bis. Lo Stato non si minaccia ed in ogni caso lo Stato non arretra e non si piega”. È invece per una revisione della pena il co-portavoce di Europa verde e deputato di AVS Angelo Bonelli. “Invito il Governo – spiega – a riflettere e a trasferire Cospito in un centro clinico, valutando l’uscita dal 41 bis non trattandosi di un mafioso e non avendo commesso omicidi”.
Secondo il senatore dem Walter Verini, bisogna “evitare da parte dello Stato che un carcerato come Cospito muoia in carcere. Trasferirlo in un carcere con un centro clinico attrezzato, come chiede il Garante dei detenuti, è giusto”. Per il legale Rossi Albertini, “non è una questione di muscoli ma di diritto, di interpretazione estensiva di una norma eccezionale. Il 41 bis dovrebbe essere applicato nei casi tassativi previsti dalla legge, è una norma di stretta interpretazione. Per Cospito è stato ampliato, dilatato il perimetro applicativo e dopo 102 giorni di sciopero della fame è ancora in attesa della decisione del Ministro”.