E’ comparso ieri mattina, di fronte al collegio del tribunale di Avezzano, un 30enne marsicano, accusato di aver perseguitato, minacciato e poi alla fine costretto anche ad un rapporto sessuale non voluto la sua ex. Avrebbe perseguitato la ragazza anche con delle telefonate anonime.
Questa è la triste vicenda al centro della quale, secondo l’accusa, rappresentata in questa circostanza dal PM Ugo Timpano, ci sarebbe una giovane di origini bulgare. Il ragazzo è accusato anche di aver dato fuoco all’automobile della madre della sua ex, sempre come atto intimidatorio.
Ma facciamo un passo indietro. I fatti risalgono all’anno 2014. Dopo una breve storia turbolenta, i due giovani fidanzati si erano lasciati, o meglio, lei aveva deciso di lasciare quello che poi è divenuto il suo ex.
Nei mesi successivi, secondo le accuse, il giovane, che non ha probabilmente accettato la fine della relazione, avrebbe usato atteggiamenti violenti nei confronti della ragazza e della sua famiglia. Atti persecutori testimoniati da numerose telefonate anonime. Al centro della storia, anche l’incendio doloso ai danni dell’automobile della madre della giovane, avvenuto nella notte mentre il veicolo era parcheggiato sotto l’abitazione della proprietaria.
Una escalation che sarebbe poi arrivata al suo apice nero: sempre secondo le accuse, l’imputato avrebbe costretto la ex fidanzata ad avere un rapporto sessuale con lui. Dopo averla malmenata, infatti, l’imputato avrebbe costretto la giovane a salire in macchina e poi l’avrebbe condotta nel proprio appartamento, dove, sempre secondo le accuse, avrebbe abusato di lei.
Il 30enne è difeso dall’avvocato Mario Del Pretaro.
I fatti sono oggetto del processo in corso al collegio del tribunale di Avezzano, presieduto dal giudice Zaira Secchi. All’udienza istruttoria del 7 gennaio, quindi ieri, sono dovuti comparire anche alcuni testimoni, come il brigadiere Marco Leone della stazione dei carabinieri di Pescina, che ha riferito al collegio l’esito delle indagini effettuate ed ha descritto tutti gli accertamenti eseguiti alla ricerca di elementi di prova potenzialmente riconducibili ai fatti contestati.
La vittima si è costituita parte civile tramite l’avvocato Stefania de Simone.