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Covid-19, “L’Aquila avrà ciò che merita, ci sono altre risorse”

Precisazioni da parte dell'assessore al Bilancio della Regione Abruzzo, Guido Liris. "Si dovrà tornare a trattare in modo organico ed efficace le patologie ordinarie. Servirà un’offerta sanitaria ancora migliore a livello ospedaliero".

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L’Aquila avrà ciò che merita un Capoluogo di regione, così come le altre Province d’Abruzzo. Pescara ha avuto fondi dal Governo nazionale, dal Commissario per la emergenza coronavirus, Arcuri. Il resto del territorio, L’Aquila in primis, avrà i fondi dalla Regione Abruzzo”. Ad annunciare le disponibilità delle risorse necessarie per potenziare la sanità abruzzese e completare la rete Covid in Abruzzo, è l’assessore al bilancio, Guido Liris, che è anche dirigente medico alla Asl provinciale dell’Aquila.

L’Assessore, ex vice sindaco dell’Aquila, interviene nel dibattito in atto, a tratti teso, sulla governance messa in campo dalla maggioranza regionale di centrodestra in questa emergenza coronavirus, sottolineando che “le polemiche non mi interessano, sono una prerogativa di chi deve giustificare al mondo la propria esistenza”.

“La Regione Abruzzo ha i fondi per affrontare la sfida a cui siamo chiamati, quella cioè di tornare alla vita ‘normale’, tenendo basso il rischio del contagio e avendo una sanità territoriale ed ospedaliera capace di intercettare e curare la popolazione affetta da Covid-19 . Nel contempo – spiega – si dovrà tornare a trattare in modo organico ed efficace le patologie ordinarie, le acute e le croniche: l’emergenza di Coronavirus non ha fatto sparire le malattie che conoscevamo tre mesi fa, la nostra popolazione continua ad ammalarsi di diabete, infarto, ictus, e di patologie fisiatriche, ormonali, dermatologiche, neurologiche, ecc. Si deve tornare a fare prevenzione – precisa – per quanto riguarda i tumori, devono ripartire gli esami di diagnostica, deve riavviarsi tutta quella attività ambulatoriale, in parte decisiva per l’ambito chirurgico, tale da rispondere alla domanda no-Covid del nostro territorio”.

L’Assessore affronta due aspetti fondamentali in questa drammatica emergenza, la questione del personale e l’importanza della rete territoriale nel contenimento della pandemia. “Servono strutture, tecnologie e personale – dichiara – se manca una di queste tre componenti non si fa una buona sanità. Anche per questo ritengo strumentali le affermazioni di chi parla senza cognizione. Inoltre – prosegue Liris – servirà un’offerta sanitaria ancora migliore a livello ospedaliero, così come sarà importante investire sulla sanità non ospedaliera, in particolar modo quando si ha a che fare con le difficoltà orografiche e le distanze proibitive che caratterizzano le aree interne. In tal senso, saranno centrali, nella fase di ripartenza – argomenta – le figure dei medici di Medicina Generale, dei medici del Lavoro (all’interno di ciascuna azienda o attività lavorativa), degli igienisti ed epidemiologi per fotografare e tracciare, momento per momento, la morbilità del territorio e suggerire le giuste strategie di azione. La Lombardia, ad esempio, è andata in grossa difficoltà proprio perché non ha da tempo un adeguato sistema di prevenzione per il controllo del territorio, avendo investito principalmente in assistenza e cura dei pazienti”. Liris sottolinea ancora “che occorrerà personale adeguato in termini di qualità e quantità, e ringrazio il presidente Marsilio e l’assessore competente Verì, così come tutta la Giunta, per aver incentivato e promosso concorsi per assumere personale sanitario, medico e non. Sarà necessario ridisegnare una nuova rete sanitaria regionale, ospedaliera e territoriale, soprattutto alla luce dei cambiamenti di vita che dovremo affrontare tutti insieme nei prossimi mesi, in un tentativo, non facile, di ritorno ad una nuova ‘normalità’, in attesa dei tempi e delle scoperte, in primis il vaccino, che consentiranno al mondo di debellare il flagello che ci ha colpiti. Le scelte, anche negli investimenti, non devono essere fatte per impulso o per reazione – chiarisce – devono avere una logica, devono essere frutto di un piano strategico e ispirato da una visione chiara di management sanitario: la gestione di questa emergenza finora ha dimostrato che le scelte azzardate non pagano – commenta – paga, invece, molto di più la razionalità, il saper ponderare e mantenere la giusta freddezza in quelle decisioni che potrebbero mettere a rischio intere Comunità. Quanto di buono è stato fatto nella Fase 1 dovrà essere ripetuto e rafforzato nella Fase 2, soprattutto in termini di approccio alle problematiche”.

L’assessore al Bilancio lancia anche un messaggio alle opposizioni, chiedendo “agli esponenti politici di scegliere un altro campo di battaglia, un altro ambito all’interno del quale attuare comportamenti di contrapposizione e speculazione politica, non certo la Sanità – tuona – perché le polemiche di parte non rendono giustizia all’impegno che il personale sanitario sta profondendo, in particolar modo negli ultimi mesi. La tensione che serpeggia tra la gente, dovuta al lockdown e alle conseguenze sociali ed economiche, non deve vedere all’opera sobillatori irresponsabili, ognuno dovrebbe lavorare per apportare il proprio prezioso contributo, in maniera umile e, se possibile, consapevole”. In conclusione Liris accenna anche al tema riguardante i tamponi e test. “Da due mesi figure politiche ed istituzionali, partiti politici si confrontano e scontrano sul tema dei tamponi e dei test sierologici, sembra di assistere ai teatrini sulle formazioni di calcio prima e dopo le partite della Nazionale. Vorrei che si capisse, una volta e per sempre, che non tutti ne possono parlare, che le scelte sui tamponi, come sui test sierologici, devono essere prese da igienisti ed epidemiologi, dal Dipartimento di Prevenzione Provinciale, Regionale, Nazionale: le scelte devono essere inquadrate in una strategia unica, che analizza, studia e traccia la salute della Comunità. Non si può optare di fare gli esami a caso, senza un criterio epidemiologico e scientifico: si rischierebbe di rispondere alle pressioni della politica, degli urlatori, degli amici, e non fare gli interessi dei pazienti e del territorio”, conclude.

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