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Covid, CGIL su aumento contagi in Poste

I sindacati: "Falla nella tracciatura dei contatti stretti"

La Slc Cgil Abruzzo, analizzando i dati forniti da Poste Italiane relativi al numero dei contagiati in azienda rileva che “il virus è sempre più presente anche nell’ambito lavorativo postale. L’ordine dei contagi, a livello nazionale, è passato infatti in quattro mesi (agosto – novembre) dalle poche decine alle migliaia di unità. Poste Italiane dichiara di agire in piena conformità alle disposizioni vigenti, ai protocolli di sicurezza e ai documenti di valutazione del rischio, per prevenire e contrastare la diffusione del virus”. “In realtà ciò che riscontriamo in Abruzzo ci ha imposto una riflessione sulla efficacia delle iniziative e della metodologia di prevenzione e contrasto che Poste Italiane attua” continuano dalla Cgil e aggiungono “La falla è, crediamo, nella tracciatura dei possibili contatti stretti. La procedura è agita dalle strutture sanitarie locali, e il Dipartimento di Prevenzione è coadiuvato nel contact tracing dall’azienda. Questa si limita ad intervistare esclusivamente il caso indice, non considerando ciò che ormai è riconosciuto da tutta la comunità scientifica, e cioè che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting, possono avere una esposizione ad alto rischio, soprattutto nei posti chiusi, poco aerati dove stazionino troppe persone per tempi prolungati. Si vanifica così l’obbiettivo primario del Contact Tracing, quello cioè di interrompere la catena di trasmissione. L’accesso dei clienti agli uffici postali è l’ulteriore pecca che individuiamo nell’ottica della riduzione del rischio di contagio. E’ vero che bisogna contemperare l’esigenza di fornire un servizio essenziale al diritto di lavorare in sicurezza, ma non si capisce perché, ad esempio, nei bar non si può più stazionare, nelle banche e nei pubblici uffici si entra solo previo appuntamento e negli uffici postali invece, in piena seconda ondata, l’azienda ha incrementato il rapporto tra clienti in ufficio/postazioni di lavoro da 1:1 a 2:1. Per tutti gli esercizi commerciali e nei servizi vale la raccomandazione di favorire tempi di sosta ridotti, in Poste Italiane evidentemente no. E’ superfluo precisare quanto il pericolo di contrarre il virus valga sia per i lavoratori che per i clienti in attesa dentro l’ufficio postale”.

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