Pericarditi, miocarditi, dolori alle gambe, tiroiditi, ma soprattutto disagi psicologici. Anche l`Abruzzo fa i conti con le patologie post-covid e per questo la Regione attiverà degli ambulatori ad hoc per prendere in carico i pazienti negativizzati ma colpiti da patologie long-covid.
A parlare all’Agenzia Dire è Pierluigi Cosenza, Commissario dell’Agenzia Sanitaria regionale, che spiega: “Una volta negativizzati la malattia non e` finita, ma puo` lasciare strascichi importanti e a lungo tempo”.
Se da una parte, per frenare la diffusione del virus soprattutto a causa delle varianti, servirebbero a suo parere restrizioni maggiori, dall`altra il timore di recarsi in ospedale sta creando problemi anche nella diagnosi precoce di chi è affetto da altre gravi patologie. Molti arrivano quando è tardi e questo, sottolinea, porta ad un aumento dei decessi per malattie che con il Covid non hanno nulla a che fare.
Quali sono le patologie che riscontrate maggiormente nei pazienti negativizzati dal Covid?
“Le patologie sono molte e sono diversificate tra di loro. Anche il periodo di insorgenza non è fisso. Alcune possono manifestarsi dopo una decina di giorni, altre dopo mesi. Riscontriamo spesso pericarditi, miocarditi, dolori alle gambe e tiroiditi. Tutte manifestazioni collegate all`ex presenza del virus. Una volta che ci si è negativizzati la malattia non è finita, può lasciare strascichi a lungo termine. È necessario studiarli da un punto di vista sistematico con degli ambulatori dedicati per capire l`evoluzione del Covid dopo la negativizzazione”.
Queste patologie si manifestano solo in chi ha avuto il virus in forma grave o anche in chi lo ha avuto in forma lieve?
“Nei pazienti che hanno avuto il Covid in forma lieve le complicanze passano quasi silenti. I problemi si verificano maggiormente in chi è stato intubato o ricoverato per molti giorni. Sono loro a manifestare patologie post-covid, soprattutto di tipo psicologico. Questo è un problema veramente importante che riscontriamo in una percentuale elevatissima di chi si e` negativizzato”.
Per far fronte a queste problematiche, capire la portata della patologie e sostenere chi il virus lo ha superato, in Abruzzo nascono degli ambulatori per i cosiddetti `long-covid`. Sono già attivi nelle Asl? Se non lo sono quando lo saranno e come sara` possibile accedere ai servizi messi a disposizione?
“La Giunta ha deliberato venerdì scorso. Attendiamo la pubblicazione poi sarà mio compito comunicare alle Asl in che modo procedere cosi` che si attivino piu` velocemente possibile. Ai servizi si potrà accedere con un`impegnativa del medico infettivologo attraverso un codice previsto per il post-covid.Sara` lo stesso medico a decidere quale prestazione è utile al paziente e di quali prestazioni in piu` ha bisogno rispetto”.- Dottor Cosenza, la presenza del Covid che sta saturando i nostri ospedali, sta creando problemi anche per la cura delle altre patologie? Parliamo di diagnosi precoce ad esempio.”Il problema e` sia di aspetto sanitario che sociale. Le cure si possono garantire. Il problema e` che l`utenza e` diffidente perche` ha paura di contagiarsi. Purtroppo riusciamo a vedere solo situazioni arrivate al limite di sopportazione, per cui ci si ricovera all`ultimo minuto e questo crea molti problemi anche in termini di mortalita` per le malattie che nulla hanno a che vedere con il Covid”.
Nonostante le restrizioni il contagio non si arresta. Secondo lei ne servirebbero di piu` dure?
“I contagi non si arrestano perche` e` cambiata la genesi del virus. Mentre nella prima ondata i piu` colpiti sono stati gli anziani, tra i piu` colpiti ora, con le mutazioni che sono anche piu` pericolose non per gravita` ma per capacita` di contagio, ci sono anche i ragazzi ed e` difficile tenerli a casa. Ci vorrebbe un appello alla responsabilita` familiare per non vederli piu` assembrarsi in strada. Il covid e` diventato endemico. Alcune misure non sono state prese perche’ i famosi colori non le prevedono. Se da una parte quelle applicate hanno portato ad una riduzione dei contagi, dall’altro l’annullamento non c’e’ stato. Siamo di fronte ad una cronicita’ di contagi e decessi che, purtroppo, sono numericamente pressoche’ uguali ogni giorni. E’ come se ci fossimo abitauti, ma non si puo’ ragionare cosi’. Secondo me misure piu’ stringenti ci vorranno”.
Sulla campagna vaccini tante persone attendono di essere chiamate. Qual e’ la situazione?
“Il problema principale e’ la mancanza di dosi. Alcuni vaccini non sono indicati per persone con alcune patologie per cui spesso bisogna dare un secondo appuntamento cosi’ da poter somministrare il Pfizer e questo porta a dei rallentamenti. Gli stock arrivano settimanalmente o ogni 15 giorni e bisogna tenere una riserva vaccinale per chi ha gia’ avuto la prima dose. Di qui gli scompensi e gli squilibri”.