Crollo degli screening per i tumori in Italia nei primi 5 mesi del 2020 a causa della pandemia da Covid-19: sono 1,4 milioni in meno, infatti, gli esami per la prevenzione effettuati rispetto allo stesso periodo del 2019.
Un dato grave, avverte l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che potrebbe portare ad un aumento della mortalità nel medio termine.
Diventano dunque “misurabili”, rileva l’Aiom, gli effetti della pandemia sulla cura dei tumori nel nostro Paese.
I ritardi nei controlli – si legge sull’Ansa – si traducono, ad esempio, in una netta riduzione delle nuove diagnosi di tumore della mammella (2.099 in meno) e del colon-retto (611 in meno).
Questi ritardi nei programmi di prevenzione secondaria , avverte il presidente Aiom Giordano Beretta, “possono determinare un aumento della mortalità nei prossimi anni. Tali neoplasie non sono infatti scomparse, ma saranno individuate in fase più avanzata, con conseguenti minori probabilità di guarigione e necessità di maggiori risorse per le cure”.
Proprio l’impatto della Covid-19 sull’oncologia è fra i temi centrali del Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), al via da domani in forma virtuale.
“Le nuove armi come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare hanno cambiato la storia naturale di molte neoplasie e oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi – spiega Beretta, in occasione della presentazione del congresso Esmo -. La pandemia, che solo in Italia ha determinato il contagio di 350mila malati oncologici, sta però modificando gli scenari e le incertezze riguardano in particolare gli screening”.
Così, in base a stime del National Cancer Institute, negli Stati Uniti, nei prossimi 10 anni, vi saranno circa 10.000 morti in più per tumore del seno e del colon-retto proprio a causa dell’effetto del Covid sugli screening e sul trattamento. Ed in Gran Bretagna si stima un aumento della mortalità nei prossimi 5 anni fino al 16,6% per i tumori del colon-retto e al 9,6% per la mammella.
E l’allarme “lanciato in Gb e Usa “si può applicare anche in Italia” afferma Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom. Il problema è che malgrado “la morsa della Covid si sia ridotta – spiega Beretta – gli screening non sono ancora ripresi ovunque. In alcune realtà si sta recuperando il pregresso ma ancora non si stanno inviando ai cittadini i nuovi inviti agli esami”. E poi vanno superati i timori: “Oggi andare in ospedale – sottolinea Cinieri – è molto più sicuro che prendere un aperitivo fuori, perchè sono rispettate tutte le procedure ed i percorsi Covid e No-Covid sono rigorosamente separati”.
Sull’altro piatto della bilancia c’è poi la questione delle risorse: in cinque anni (2014 – 2019) la spesa per le terapie è passata da 3,9 a circa 6 miliardi di euro e nel nel 2019 il tetto del Fondo per i farmaci oncologici innovativi, stabilito in 500 milioni, è stato sforato superando i 584 milioni. Servono quindi più risorse, è l’appello dell’Aiom, “non solo per le terapie ma anche per potenziare la telemedicina e per creare percorsi definiti di collaborazione con la medicina del territorio”.
Per questo, afferma Beretta, “bisogna assolutamente considerare la possibilità che una parte delle risorse del Recovery Fund possano essere destinate al settore dell’oncologia. La Covid auspicabilmente passerà, come è stato per la peste, ma il cancro – ha concluso – rimarrà”.