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Covid: curva va verso picco positivi a molecolari

È quanto indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani del Consiglio Nazionale delle Ricerche

La curva della percentuale dei positivi ai test molecolari del virus SarsCoV2 è vicina al picco e i dati dei prossimi giorni permetteranno di individuare esattamente il momento, mentre nelle prossime due settimane si prevede un aumento dei ricoveri nei reparti ordinari, degli ingressi giornalieri nelle terapie intensive, così come del numero dei decessi al giorno.

È quanto indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

I dati dell’epidemia di Covid-19 aggiornati al 25 marzo indicano che, “a livello nazionale, la curva media della percentuale dei positivi ai test molecolari dovrebbe raggiungere un massimo a cavallo tra la settimana corrente e quella prossima. I dati dei prossimi giorni – osserva l’esperto – permetteranno una localizzazione precisa del massimo”.

Il matematico osserva inoltre che “il valore dell’Rt, calcolabile in modo affidabile solo fino al 9 marzo (1.14), è stato in crescita accelerata dal 2 al 9 marzo” e che “questa settimana, il valore medio del numero di decessi al giorno, del numero di pazienti Covid ricoverati nei reparti ordinari e del numero di ingressi giornalieri nei reparti di terapia intensiva aumenteranno rispetto alla settimana scorsa. Si prevede – aggiunge – che, nelle prossime due settimane, questi valori continueranno ad aumentare o, raggiunto un massimo, non diminuiranno in modo sostanziale”.

Dopo aver raggiunto il picco, prosegue Sebastiani, “la curva media della percentuale dei positivi ai test molecolari inizierà a scendere, ma di quanto e per quanto tempo è al momento un’incognita. Da un lato ci sarà, infatti, “un contributo alla riduzione della diffusione dall’aumento delle temperature e dal minor tempo passato nei luoghi chiusi, dove i contagi avvengono in modo notevole a causa della presenza dell’aerosol”; invece, “spingerà nel senso opposto il rilascio delle misure di contenimento della diffusione a fine marzo e a fine aprile, come ad esempio la fine sia della quarantena per i contatti dei positivi che dell’obbligo della mascherina al chiuso”.

Il matematico osserva infine che “il livello ancora molto alto dell’incidenza (800 casi per 100.000 abitanti la scorsa settimana e in aumento seppur frenato in quella corrente) in combinazione col fatto che il 70% della popolazione generale ha fatto la seconda o la terza dose entro quattro mesi, potrebbe dare un ulteriore contributo all’aumento della diffusione. E’ da sottolineare infine il dato dell’Istituto Superiore di Sanità che il contagio continua ad essere preponderante nella fascia 10-20 anni. Al momento la copertura vaccinale è pari all’81% nella fascia 12-19 anni, dove a suo tempo non fu introdotto il green pass (semplice) obbligatorio, come invece fatto per gli studenti universitari”.

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