“Chiediamo nuovamente al Governo di superare gli ostacoli alla creazione del bonus salute mentale. Ci sono importanti strumenti nel Decreto Sostegni ter ma continua a non trovare riconoscimento l’esigenza di una maggiore tutela della salute mentale. Questo aiuto psicologico, è necessario e non è in competizione con lo sforzo imprescindibile del Servizio sanitario nazionale. L’OMS ha chiarito che la salute mentale è rilevante quanto la salute fisica e non c’è salute fisica senza quella mentale”.
A dirlo in una nota è load deputata dem Stefania Pezzopane.
“Il COVID, purtroppo, ha reso ancora più dura e più urgente questa sfida. Il Ministro Speranza ha inserito un nuovo investimento di 38 milioni di euro: 20 milioni per il disagio psicologico di bambini e adolescenti, che si trasformeranno in assunzioni di persone che si faranno carico dei problemi dei più piccoli e 10 milioni per l’accesso a servizi psicologici delle fasce più deboli, in modo particolare per i pazienti oncologici che, come è noto, hanno bisogno in modo particolare di un sostegno e di un’assistenza nei momenti più complicati della loro esistenza. E inoltre 8 milioni per il potenziamento dei servizi territoriali e ospedalieri di neuropsichiatria infantile e adolescenziale”, avverte a chiare lettere la Pezzopane.
“La salute mentale non può essere figlia di un dio minore soprattutto perché ad essere colpiti sono sempre più i giovani ed i bambini e le famiglie, la scuola, i servizi sanitari e sociali non sono pronti”.
“C’è sofferenza in molte famiglie e molte madri mi raccontano la loro disperazione ed il senso di impotenza. Molte famiglie si disgregano perché non sanno cosa fare nell’immediato”.
“L’idea del bonus, ovvero di un intervento diretto al bisogno, è finalizzata a dare la possibilità di rivolgersi senza fatica a persone competenti che possono aiutarti quando il disagio non è fisico o solo fisico ma è anche mentale. Mi batterò ancora perché si definiscano presto le iniziative volte a favorire il sostegno psicologico in relazione a situazioni di disagio connesse all’emergenza pandemica. Anche il Comune dell’Aquila potrebbe fare molto meglio la sua parte, coinvolgendo l’ordine degli psicologi e l’università dell’Aquila e la Asl per costruire percorsi di lavoro con i servizi sociali e la scuola colta a seguire le situazioni di disagio e a non lasciare sole le persone e le famiglie”, questa la conclusione.