Correre con le terze dosi di vaccino anti-Covid per frenare l’avanzata del virus e attuare subito una stretta sulle misure per prevenire i contagi, o potrebbe essere troppo tardi.
È netto il messaggio che medici e scienziati rivolgono alle istituzioni a fronte del peggioramento della curva epidemica in Italia e dell’aumento del numero di decessi registrato nelle ultime settimane, mentre il sottosegretario alla Salute Andrea Costa lancia un appello ad affrettarsi a prenotare i richiami che le Regioni, da lunedì 22, in anticipo rispetto alla data inizialmente preventivata dell’1 dicembre, potranno aprire anche ai cittadini della fascia d’età 40-59 anni.
Un trend epidemico stabile in peggioramento confermato dal bollettino giornaliero del ministero della Salute: sono 9.709 i positivi nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 11.555) e 46 le vittime (ieri 49). Il tasso di positività è al 2%, stabile rispetto a ieri, su 487.109 tamponi molecolari e antigenici effettuati nelle ultime 24 ore. Sono invece 520 i pazienti in terapia intensiva, 8 in più rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti sono 4.345, ovvero 95 in più in un giorno.
La necessità di accelerare con i richiami è dunque dettata dai numeri dell’epidemia, avverte Amerigo Cicchetti, direttore di Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma. Per la “terza settimana consecutiva registriamo un incremento del 20% nel dato di mortalità per Covid. Si tratta nella stragrande maggioranza – spiega – di non vaccinati, la cui età media si abbassa a circa 60 anni. Questo trend potrebbe crescere ancora se non si agisce subito“.
E la prima misura, secondo l’esperto, è appunto “incentivare fortemente le terze dosi, anche riaprendo gli hub delle metropoli da poco chiusi”.
In sostanza, spiega, sono tre le opzioni possibili a questo punto: “Utilizzare di nuovo le fasce di colore per il rischio nei diversi territori, attuare l’obbligo generalizzato per il vaccino, oppure non rendere obbligatorio il vaccino ma accelerare le terze dosi. L’obbligo vaccinale per tutti, ad ogni modo – precisa – lo terrei come ultima opzione perchè rischia di esacerbare molto le posizioni”.
Un appello ad “affrettarsi con la prenotazione delle terze dosi” arriva poi da Costa, che invita gli italiani a “continuare ad avere senso di responsabilità rispettando le regole, dall’uso delle mascherine all’igiene delle mani. E dobbiamo accelerare, per questo – ha ricordato – abbiamo anche dato alle Regioni la possibilità di anticipare, a partire proprio da lunedì 22, l’avvio della somministrazione delle terze dosi agli over 40”.
Un ulteriore appello il sottosegretario lo lancia anche ai tifosi, affinché usino le mascherine negli stadi, facendo prevalere il senso di responsabilità. Fondamentale poi sarà vaccinare i bambini under 12 quando arriverà il via libera degli enti regolatori, ma su questo punto va fatta chiarezza, insiste: “Dobbiamo dire nettamente che nel momento in cui un vaccino viene approvato significa che i primi benefici li dà a chi lo riceve. Guai a dire che dobbiamo vaccinare i più piccoli per proteggere gli adulti. Non è così, sarebbe un messaggio sbagliato”.
Anche secondo Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, “ora la priorità è accelerare sulle terze dosi, perché per tantissime persone sono trascorsi sei mesi dal ciclo primario e c’è dunque un calo dell’efficacia e copertura vaccinale”.
Ma al contempo – si legge sull’Ansa – bisogna agire presto anche su altri fronti: “Spingere l’uso della mascherina anche all’aperto se ci sono assembramenti, sorvegliare con tampone all’entrata in Italia le persone che provengono da paesi Ue con tassi alti di infezione ed eliminare la possibilità del tampone ai fini dell’ottenimento del green pass, perché – conclude – ci sono troppi falsi negativi, che possono di fatto inficiare l’utilità stessa del pass”.