“Nella lunga emergenza sanitaria che oramai si protrae da marzo, stiamo sicuramente vivendo parallelamente una confusione sociale che alimenta considerazioni spesso distorsive della realtà che viviamo. Tutto questo sicuramente è dettato dal fatto che si ravvisa una forma diffusa di impotenza”.
È quanto scrive in una nota il presidente della commissione consiliare Sanità della Regione Abruzzo, Mario Quaglieri (Fd’I).
“Da quanto emerge dagli organi di stampa e dalle pseudo testate giornalistiche a corredo della disinformazione non traspare che da nord a sud, passando per l’emisfero australe vi è una trasmissione di questo virus in maniera virulenta. Da mesi, ormai, anche la Marsica si trova a fronteggiare una crisi sanitaria di proporzioni inaudite, difficile da contenere e ancora purtroppo in espansione”, spiega.
“La diffusione del Covid-19 ha portato al limite della sopportazione anche, dico anche, il nostro sistema sanitario, mostrandone i deficit e le inadeguatezze. A farne le spese, ovviamente, sono le fasce più deboli della popolazione, senza contare il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari impiegati. Una crisi che non si risolverà nella scia delle politiche sanitarie di questo e dei precedenti governi regionali”, sottolinea.
“Tutte le misure impiegate fanno però comprendere che si sta gestendo la situazione attuale soltanto nella contingenza legata all’emergenza causata dalla diffusione del coronavirus, e non come un collasso strutturale del sistema sanitario che porta alla luce gli effetti di anni di politiche scellerate le cui conseguenze erano visibili ben prima di qualche mese fa”, dichiara.
“Lo dimostra il fatto che, tutte le misure adottate sono assolutamente provvisorie. Per ultimo i fondi stanziati per la risoluzione della crisi sanitaria, poi, non si configurano in un piano di continuità per il miglioramento del servizio sanitario che prescinda dalla situazione attuale, ma saranno un ricordo lontano quando, a crisi risolta, la sanità pubblica riverserà nelle stesse condizioni precarie in cui riversava anche prima dell’emergenza”, si legge ancora nella nota.
“Senza alcuna polemica sterile nei confronti di taluni che, presi da acrimonie caratteriali, dopo aver contribuito in maniera sostanziale al declino della nostra sanità e non solo, oggi si permette di fare il capopopolo che senza un minimo di contegno chiede contezza della mia presenza, ricordo al ‘precedente legislatore’ che il sottoscritto è stato e sarà sempre in prima fila, peraltro anche con infezione da Covid, altresì, il turpiloquio adolescenziale di un sindaco piccolo piccolo che chiede ai suoi sudditi in maniera Pilatesca ‘da che parte state, con noi o con loro’…. Ovviamente io non mi sono mai permesso di rappresentare simili castronerie, io sono stato e sarò, anche per motivi professionali sempre dalla parte della tutela delle persone”, aggiunge.
“Come medico mi corre l’obbligo di rappresentare che nel rispetto del piano nazionale di preparazione e risposta ad una Pandemia influenzale vi sono le linee guida per affrontare la pandemia in corso, il legislatore ha fatto uno sforzo sovrumano per portare all’attenzione dell’ultimo cittadino le dinamiche di intervento per raggiungere gli obiettivi attesi, purtroppo poi tutto ciò si scontra con le realtà sanitarie territoriali e qui il sottoscritto si fa carico di porre tutte le criticità all’attenzione della dirigenza generale sanitaria”, prosegue ancora.
“Pur nella comprensione della drammaticità dell’emergenza generale richiedo un’attenzione particolare nei confronti di un territorio precedentemente spogliato a livello sanitario con azioni concrete e fattibili senza demagogie e parlamentini sterili per perditempo”, conclude.