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Cresce il presidio il presidio Slow food nell’Aquilano

Soddisfazione per le attività messe in campo è stata espressa anche dal presidente di Slow Food Rita Salvatore

Due nuovi prodotti alimentari entrano a far parte del prestigioso marchio Slow Food.

 

Si tratta della Cipolla di Civita di Bagno e della Pastinaca di Capitignano. L’iniziativa è nata dopo un attento studio fatto sulle due produzioni della zona da parte del Gruppo Azione Locale, meglio noto come GAL, Gran Sasso – Velino e dal personale del presidio Slow Food.

 

“I due prodotti”, spiega Paolo Federico sindaco di Navelli e presidente del GAL, “sono strettamente collegati alla tradizione contadina dei territori e hanno delle qualità organolettiche degne di nota. Siamo convinti che in questo modo abbiamo dato una nuova possibilità di commercializzazione delle due eccellenze e soprattutto fatto in modo che le stesse possano uscire dalla nicchia di produzioni locali ed essere ampliate a livello regionale e nazionale. L’impegno profuso in questa attività, con particolare riferimento alla Cipolla di Civita di bagno, vuole essere anche un omaggio verso mia madre che come gli altri residenti di Civita di Bagno aveva a cuore questo prodotto giudicato tra i più apprezzati del territorio”.

 

Soddisfazione per le attività messe in campo è stata espressa anche dal presidente di Slow Food Rita Salvatore. In particolare, la Cipolla di Civita di Bagno che si coltiva nelle fazioni del comune di L’Aquila come Bagno, Civita di Bagno, Monticchio e in parte nel Comune di Ocre, in terreni pianeggianti e irrigui.

Si presenta leggermente schiacciata, con buccia dorata e polpa bianca, quasi trasparente, di sapore zuccherino. La consistenza è compatta e l’odore è pungente, ma tendente al dolce. Il peso medio di ciascuna cipolla varia tra i 400 e i 1100 grammi e il diametro è di circa 10,15 cm fino a un massimo di 20, 25 cm.

 

Mentre la Pastinaca di Capitignano è una radice simile alla carota ma di colore bianco crema e con intricate ramificazioni che ricordano lo zenzero. È un ecotipo locale che si è adattato bene al clima e al terreno di Capitignano. I due prodotti che fanno parte di un patrimonio straordinario come quello, appunto dell’Abruzzo Aquilano, saranno ora al centro di una campagna di promozione e soprattutto tutela della loro qualità

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